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domenica 6 ottobre 2013

LA LEGGENDA DEL MONACO POVERO

    "Non farti venire fame al cospetto dell'uomo malvagio, ti darà da mangiare veleno di scorpioni, rifiuti di talpe e sangue avanzato  ai pidocchi. Ma l'uomo buono ti darà sempre un pezzo di pane anche se è il più povero del paese", così è detto da qualche parte nei libri di sapienza dell'Occidente. Ma voi pensate che gli uomini vadano a chiedere ai cuori buoni ma poveri, o ai maligni ma ricconi? Non vi dico niente perché la risposta la sapete da soli. Gli uomini vanno dai malvagi a chiedere perfino se non hanno bisogno di niente, figuriamoci un pò l'alto grado della loro intelligenza.
     Fatto sta che ad Acquaviva una volta c'era un monaco povero e un prete molto ricco, non faccio nomi perché non voglio andare in tribunale a spiegare la mia filosofia alla Spinoza, ma a scuola che mi sembra un posto più consono allo scopo.
    Ecco: voi pensate che i paesani andavano dal monaco povero a chiedere qualcosa? Nient'affatto, andavano come era da aspettarsi al prete ricco. Il monaco povero dava loro sempre e solo pane, ma il prete ricco dava loro oro e argento... a usura. Così in capo a qualche tempo si ritrovavano sempre più rovinati di prima e così, ora sì miseri e morti di fame, andavano dal monaco povero a chiedere il pane, per loro e i loro figlioli. Il monaco povero naturalmente non chiedeva indietro mai nulla, ma sempre e soltanto una lode a Dio.
     Capita così che dopo millenni e millenni di filosofia gli uomini non sappiano ancora riconoscere il bene dal male, e al pane gratis preferiscono sempre il veleno di scorpione a pagamento.
     Una volta due gran ladroni si introdussero nella casa fortezza del prete speculatore, aiutati in questo dalla sua amante sguattera, e per rubargli il suo tesoro lo uccisero senza pietà. I ladroni poi fecero una brutta fine anche loro, persero il tesoro per strada e finirono in galera per tutta la vita per altre nefandezze che avevano compiuto nella loro esistenza disgraziata, non per l'omicidio del prete che non fu mai scoperto.
    Il monaco buono invece dà ancora da mangiare pane ai poveri che vanno a chiederglielo senza mai ricevere indietro qualcosa da nessuno, e lui mai cambia la condotta di bene della sua vita. Quel monaco buono non lo conosce nessuno e nessuno parla mai di lui, anche se fa tutto questo bene a tutto il paese. Quel monaco buono è sempre il più povero del paese e lo stesso ha sempre pane e vino per tutti. Quell'uomo povero è Gesù, che ormai vive e va avanti senza più discepoli in tutto il mondo, ma è possibile trovarlo dappertutto ed è sempre lì che aiuta tutti, basta chiedergli il pane che Dio dà proprio a tutti gli uomini di buona volontà e timorosi della giusta misura di tutte le cose, di quelle che ci sono in quanto ci sono e di quelle che non ci sono in quanto non ci sono, e non il denaro il cui procacciatore è sempre un demonio pieno di veleno di scorpioni, di rifiuti di talpe e di sangue avanzato ai pidocchi da dare in quantità a chi molto stupidamente va chiedergli oro e argento che lui sempre è capace di dare in gran quantità... sempre naturalmente a usura. Un'usura capace ormai di scannare interi popoli.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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