sabato 10 dicembre 2016
LA VITA DEL POETA
è triste e allegra la vita del poeta,
non gliene frega assai proprio di nulla,
ha un carrellino pieno di libri per amico,
e una bancarella verdina piena zeppa di sogni
per cara sorellina, per il resto se ne va per piazze
e vie piene di amori
come un cane che ha perso da tempo la retta via,
si ferma ogni tanto davanti a un uscio di ricco
e si fa raccontare un pezzo di pane,
del suo forno
e della sua faticosissima avventura,
per il resto è dichiarato in comune
come vagabondo, come giramondo,
come bislacco accattone,
lui si gira e rigira tra le mani i suoi antichi ricordi
e giura a se stesso di diventare un giorno molto famoso
mettendo l'uno sull'altro tutti i mattoni
delle sue crude sofferenze,
i suoi dolori di ogni giorno,
le sue nullaggini che portano diritto
nel sacro mistero di Dio.
lui mangia cioccolate e poesiole
e poi ride dei suoi caldi colori
e pensa che l'arte è proprio una scommessa
da fare per perdere
perché in fin dei conti tutti alla fine
perdiamo tutti.
il poeta invece si fa amico di Re David
e si processare davanti a una corte di pezzenti,
per verificare in fin dei conti
chi davvero è il più povero di tutti,
se l'imperatore Barbarossa o Arthur Rimbaud.
io per conto mio ho la balzana idea
che il più saggio è un prato in fiore
che canta per tutta l'aria
tutta la felicità che gli dona la sua vita...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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