regala Libri Acquaviva

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venerdì 28 luglio 2017


L'IMPERO DELLA POVERTA'

è caduta la borsa.
la mia no. ne sono sicuro.
perché tanto non ce l'ho nemmeno.
l'impero della povertà oggi mi ha lasciato crescere la barba
per il quarantesimo anno consecutivo.
il postino ormai ronza attorno a casa mia
solo per spararmi al cuore 4 bollette al giorno.
l'acqua mi manca per 8 ore al giorno
per la siccità della stagione storta.
mi faccio una foto al giorno solo la mattina
quando mi bevo il mio mezzo bicchiere di latte
e se c'è la mia mezza tazza di caffè
rigorosamente senza zucchero.
la musica rock intanto alla radio si beve 10 bottiglie di whisky
al giorno, vanno forte quei matti
tutti rigorosamente in guanti d'oro.
una mia amica ieri mattina l'hanno portata in manicomio
per perfetta insanità mentale,
a un altro mio amico un medico gli ha tagliato la mano
per il suo diabete,
"l'anno prossimo verrò al parco senza la mia mano,
chissà che dirà la gente a vedermi,
penserà che mi son fatto male cadendo ubriaco,
ma il fatto è che io non bevo assolutamente,
come tu ben sai,
farò proprio una figura di merda".
forse sarò un pazzo pure io
se mi fermo a leggere tutto quello che scrivono sui manifesti
tutti i miei vicini di quartiere.
forse mi credo Garcia Lorca, o peggio ancora Dostoevskij,
spero che non sia troppo grave almeno.
gli uomini ci danno sempre dentro con la birra
nel bar dei cinesi all'angolo,
oppure all'ingresso dei supermercati supereconomici
della zona, 
quelli che vendono la birra a 49 centesimi a bottiglia.
la pazza totale del parco, quella che ogni tanto se ne va nuda
e mostra il suo culo a tutti,
ha detto:
"oggi non mi lavo la faccia,
voglio vincere alla lotteria un milione di dollari,
non sono mica una gatta io..."
comunque l'ho vista che è andata a lavarsi il viso
alla fontana pubblica dell'acquedotto di Milano,
mi sa che nemmeno oggi vincerà 
alla sua lotteria immaginaria.
lei pensa che il parco sia una foresta selvaggia
e insiste a pensarsi l'unica abitante dei paraggi.
"lasciatemi sola, brutti locchi, lasciatemi sola,
non siete mica autorizzati a venire nel mio bosco selvatico!",
va dicendo a tutti quelli che incontra.
poi si mette a cantare e si liscia alla panchina
i suoi piedi neri, 
non ha scarpe,
e se qualcuno gliele regala lei gliele scaraventa in testa.
vuole essere lasciata in pace nel suo bosco selvatico,
e giudica tutti dei viscidi soperchiatori.
qualche volta chiede l'affitto,
ma dalle nostre parti nessuno lo paga,
tranne le vecchiette e gli operai.
i palazzi popolari sono pieni di scarafaggi
e gatti abbandonati, che anche loro si arrangiano
come possono.
i panettieri del quartiere guardano partite di calcio
di tutte le nazioni del mondo.

dal mio occhio solido a finestra
vedo sfilare a battaglioni l'armata dei poveri rinserrata,
trombettieri, trombettoni, mani mozze,
sempre con le loro mitragliatrici posizionate negli sguardi
ad angolo acuto,
col cielo carico di fatiche, la gioventù ficcata a forza
nella tasca di dietro,
l'ordine della barba fatta rispedita al mittente,
negatori giovani con tutta la fame a disposizione
puntata ad alzo zero,
commedie provate come uomini
per realizzare al meglio le pose imploranti accarezzanime,
vere e concrete evoluzioni di esistenze fallite,
la parata dei dannati dietro gli dei vincenti,
battuti e ripiegati come pubblicità fasulle,
fuori da ogni cervello dentro una vera povertà,
chi si lamenta anche se l'oliva è misera nel suo ricco olio,
città intere di sogni bruciati una volta per tutti.
"cari, se correte tutti al di fuori del denaro
non potete scegliere la vostra polenta
se sia gialla o grigia".
gli uomini sono uomini lungo le strade a doppio senso
delle conoscenze e delle possibilità,
l'impero dei forti non cade per così poco,
meglio spazzolarsi contropelo i desideri a questo punto,
siamo tutti pittori astrattisti americani così stando le cose.
"in che senso?", chiede la battitrice dei libri gialli.
"l'osteria del bacio è chiusa
e non riapre che la domenica a mezzogiorno
di chissà quale millennio prossimo", dice un vigile
di un romanzo universitario.
"meno male", dice una gazzetta dello sport.
c'è poco da sbattersi, a questo punto,
ma la radio va in tv e conferma la notizia.
"buono a non saperne nulla", dice il corriere del popolo.
l'armata dei poveri in bianco e nero
azzarda un salto in balera, con il parco ormai chiuso.
pensare è un conto, 
mangiarsi una bistecca di manzo un altro,
dice un filosofo esperto in sbarchi in Normandia,
è facile fare corride con i tori tutti al ristorante
a farsi arrostire alla brace.
gli uomini e le donne si amano, ma non dura poi troppo,
l'ascensore si blocca spesso 
e le parrucche sono alquanto scadenti,
si combatte per strada con ubriachi di acqua fresca ormai.
un'attitudine al sonno che ha preso un po' tutti infatti,
fumetti che spaccano le terra in lungo e in largo.
si ride anche quando non si potrebbe,
si piange anche quando non si dovrebbe,
e infatti siamo tutti penosi e ridicoli a un tempo,
la pazzia dei buffoni che la vogliono sapere più lunga
dei fantini in piena corsa
all'ippodromo più grosso della città.
conoscete ancora uno scrittore interessante?
io sì, ma non ho un soldo e il mio parere vale zero.
sono inebriato di infelicità, quasi quasi mi metto a saltare
per una incontenibile gioia,
Dio dorme e io soffro d'insonnia,
mi ricorderò di una faccia nuova domani
ma non so a che mi potrebbe mai servire,
ho perso l'abbonamento al significato
e ormai non capisco più niente,
me ne farò una ragione ma non so quale,
tanto gli editori non mi conoscono neanche.
le emozioni delle vita 
sono ormai tutti quadri astratti americani
anche i giorni sono quadri astratti americani,
noi fuori e tutti i portoni chiusi.
il fatto è grande ma il fumo è più grande ancora.
"il prossimo sbarco in Normandia
lo faremo in Germania", dice il filosofo,
"risparmieremo un bel fracco di tempo".
i nostri amici dicono tutti:
"che m'importa di me stesso
se i tori se li mangiano al ristorante
e a noi rimangono solo le corna?"
l'armata dei poveri avanza
ma non sa mica se deve scappare da Dunkerque
o farsi un bel bagno freddo a Utah Beach al cinematografo.
... ... ... 

GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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