Avventuriero della scrittura automatica, dove la sua sconsiderata assoluta libertà lo porta a diventare un pioniere instancabile nell' arte del raccontare, e sfrontato interlocutore di qualsiasi personaggio reale metropolitano lo proietta in sempre nuovi sconclusionati potentissimi romanzi. Giuseppe D'Ambrosio Angelillo è uno dei più incredibili scrittori russi o americani o inglesi, ma non italiani, sì perchè lui punta davvero in alto e è molto ambizioso. Non punta all' Italia, e si capisce, l'Italia quasi lo rifiuta per la sua purezza e la sua profondità. Sperando che non se ne accorga mai, perchè quando lo scoprirà di certo lo combatterà. Il nostro è un Paese di buffoni e di aggiustaminestre, un personaggio vero è d'istinto che lo evita e lo ignora.
Comunque D'Ambrosio sarà scoperto molto presto da una casa editrice francese o tedesca. Da là ritornerà in Italia. C'è da dire che molti cervelli italiani non se ne vanno all' estero a cercare e trovare fortuna, molti se ne restano in Italia a lottare contro la sfortuna di appartenere a una Nazione che dileggia e trascura i suoi artisti migliori. D'Ambrosio è uno di loro.
D'Ambrosio è un narratore della Speranza, e lì è davvero imbattibile, in questo panorama letterario nostrano fatto solo di piagnoni, pregamorti, menagramo, sfigati di professione, opportunisti sfarfalloni di ogni specie.
Leggete anche solo il primo capitolo del suo "RIVOLUZIONE" o del "PROFESSORE DI FILOSOFIA" o del suo "MEDIANO NELLA BIRRA", vi accorgerete all' istante di avere a che fare con un vero acrobata della scrittura.
Adriano Lamanna
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