Ho visto una volta a New York Pier Paolo Pasolini. Era un mattino terso e pulito, e sembrava che una grande Poesia avesse invaso all'improvviso tutta quanta la città. Pasolini sembrava il comandante di tutte le armate invisibili e possenti. Camminava a passo spedito e sicuro di sè come tutti i grandi generali. Lo stupore, l'ebbrezza, la molteplicità, tutto si riassumeva, se così si può dire, nella sua andatura posata ma decisa. Sembrava che avesse una mano in tasca come a proteggere il suo piano segreto di una così preziosa occupazione. Ogni passante lo guardava, perchè di sicuro sospettava in lui un pericolo. Un Poeta in avanzata può gettare nel panico chiunque, soprattutto i cittadini di una grande città. Ma lui procedeva sorpreso, ma fino a un certo punto, della grandiosa vittoria della Poesia sull'intera New York. Le insegne pubblicitarie, i pali della luce, le auto, i colossi incredibili dei grattacieli. Pasolini era il grande generale della letteratura e tutta la città si arrendeva riconoscendosi nella sua stessa grandiosa Poesia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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