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giovedì 6 ottobre 2011

LA NOTTE PRIMA DI NATALE racconto di G. D'Ambrosio Angelillo



"Nella Notte prima di Natale
possono davvero capitare
tanti tipi di miracoli, che voi mai
potreste nemmeno pensarci
tutti i giorni del resto dell'anno".
G. D'Ambrosio Angelillo


Era la Notte prima di Natale e noi ce ne stavamo tutti su una lunga panchina di pietra a Brera, con caffè bollenti in mano e una bottiglia di grappa che girava come una trottola da uno all'altro. Faceva un freddo bestiale e di sicuro di lì alla mattina, il Natale, si sarebbe messo a nevicare. Noi ce ne stavamo lì a vendere le nostre povere cose, io i libri, altri quadri, sigarette, stampe e mille altre cianfrusaglie. Brera era anni che ci dava da mangiare a noi poveri artisti di strada, ma quell'anno, era il 1987, c'era stato un freddo così intenso che forse per il troppo ghiaccio erano fallite molte fabbriche a Milano, e tanti operai e poveri uomini erano rimasti senza un soldo e allora si veniva a Brera tutti per cercare un pò di compagnia e, perchè no?, un buon amico con cui chiaccherare e riscaldarsi, complice naturalmente il caffè bollente dei bar vicini e la grappa delle montagne che quotidianamente qualche contadino di buon cuore portava giù in città.
E così ce ne stavamo seduti anche quella notte, la Santa Notte prima di Natale, su quella lunga panchina di pietra di via Madonnina a Brera, a scaldarci con le nostre chiacchere, i caffè bollenti e i bicchieri di grappa che giravano vorticosamente da uno all'altro. Battute, storielle, storiacce, mezze barzellette, e tre quarti di proverbi per tenerci su, fare baccano e trovare tra di noi qualche calore che i più spregiudicati di noi avevano l'ardire di chiamare nientemeno Speranze.
Ce ne stavamo là, seduti come dei balordi poveracci la Vigilia di Natale che certamente nemmeno ci potevamo permettere di andare in una locanda e ordinare la cena e lo spumante per festeggiare l'arrivo di Nostro Signore. Forse qualcuno di noi era pure disperato, ma tutto sommato la compagnia e la grappa facevano tanto di quel frastuono che certamente tutti noi scordavamo i brutti pensieri e i cattivi presentimenti, derivanti dalla nostra esistenza così precaria e così fatalmente sconclusionata.
Di quando in quando arrivavano sempre nuove tazze di caffè bollente che ognuno di noi si offriva l'uno con l'altro, e nuove bottiglie di grappa che certamente riscaldavano l'ambiente, il quartiere e, perchè no?, tutta quanta l'incredibile sterminata grande metropoli dove il destino, la fortuna o chissà cos'altro ci aveva radunato  per festeggiare per quell'anno, era il 1987, la Vigilia del Santo Natale di Nostro Signore Gesù Bambino, ancora però non nato in quelle ore di freddo così intenso che i nostri fiati tremolavano un pò nell'aria prima di sparirsene di botto per la via deserta e male illuminata.
Ma ecco che verso le 11, il freddo era micidiale e il vento che calava gelido dalle montagne, dopo aver attraversato a zig-zag tutti i vicoli di Brera, arrivava fino a noi quasi stecchendoci come baccalà senza alcun tipo di timore o di particolare pietà. Ma ecco, dicevo, arrivare tra di noi, intabarrati nei nostri cappottoni e nei nostri cappellacci di lana tipo spaventapasseri, tre ragazzi con tanto di ali bianche, sembravano angeli.
"Oh, ma che scherzi sono questi ? Non siamo mica a Carnevale!", dice Balzano e s'accartoccia nel suo stupore.
"Ma che scherzi! Ci manda chi sapete per portarvi un pò di cena e un pò d'amor di Dio", dice uno di questi ragazzi vestiti da angeli.
"Chi sappiamo noi un paio di corna di vacca!", dice Pistacchio.
Ma poi vediamo che davvero questi ragazzi vestiti da angeli ci hanno portato panini con le cotolette, torte alla cioccolata e come se non bastasse ben tre bottiglie di grappa.
"Urrà a chi sappiamo noi!", urlò allora Balzano.
"Urrà!"
"Urrà!", gridammo un pò tutti.
E allora, per tavola la nostra stessa lunghissima panchina di pietra, ci mangiamo i panini, le torte e tazziamo alla grande con le nuove bottiglie di grappa. E Caramella mise mano alla sua armonica e cominciò a suonare blues. E chissà da dove spuntò una chitarra tra le mani di Andrea Tabacco e allora cominciarono a venir fuori vecchie arie e antiche canzoni di Natale. L'allegria aumentò e l'euforia pure. E dalle case là intorno cominciarono a venir giù altri ragazzi, altre ragazze e tutti insieme a cantare e qualcuno pure a ballare.
E la gente non se ne veniva con le mani vuote, cominciarono a portare pane, salame, prosciutti, bottiglie di vino, dolcetti, altre bottiglie di grappa. E tutti insieme, su quella povera panchina di pietra di Brera, in via Madonnina, ci mettemmo a festeggiare qualcosa che forse manco noi sapevamo per bene cosa era, ma era di certo qualcosa che aveva a che fare con la Notte prima di Natale, qualche ora prima che venisse a questo mondo il Santo Gesù Bambino.
E un barista ci portò due secchi di rame con dentro un bel pò di carbone acceso per riscaldarci, ma eravamo già abbastanza caldi, per dire la verità, ma quel pensiero gentile ci scaldò ancor più dentro. E una ragazza ci portò qualche barattolo di ciliege sotto alcool e ce le regalò per scaldarci anche lei, ma noi eravamo già caldi, ma quel pensiero buono ci scaldò ancor più. E un'altra ragazza portò delle lampade e delle luminarie e le posò tutt'intorno a noi per fare più festa e allegria, ma noi eravamo già in festa e in grande allegria, ma devo confessare che quel pensiero caro ci rallegrò ancor più.
E accadde che la voce di quel che stava avvenendo sulla lunga panchina di pietra di via Madonnina a Brera arrivò anche alle prostitute e ai mariuoli che stavano facendo il loro mestiere sui viali attorno a Parco Sempione e arrivarono anche loro e si unirono alla compagnia, e si misero a mangiare dolcetti, a bere grappa e a cantare canzoni natalizie pure loro e smisero il loro gramo mestiere almeno per una notte, la Notte prima che arrivasse il Santo Natale.
E quei tre ragazzi vestiti da angeli continuarono anche loro ad abbobbare quel posto così allegro e così caldo con le loro bianchissime ali e i loro sorrisi, tanto che finalmente il vento gelido, che calava a zig-zag dalle montagne innevate attorno a Milano, fu fermato e non penetrò più nei vicoli di Brera dove stavamo noi. E arrivarono pure operai licenziati, poveri sbandati, vagabondi di tutte le risme, e coppie e ragazzi soli, e vecchietti solitari. Tutti insieme a mangiare, a bere e a cantare. A batterci le mani sul petto, a sorriderci,  a urlare la nostra gioia di stare insieme e di festeggiare.
Era davvero una Notte prima di Natale da scrivere per sempre negli annali della città, e se non della città, almeno in quelli della nostra vita. Così tutti insieme, tutti pieni di fiducia, con tutte le finestre illuminate intorno a noi e le persone affacciate con il viso contento e lo sguardo lucente, e tutti noi come sotto un albero agghindato di palline tutte splendenti e fosforescenti, con tutte le speranze accese e i desideri luminosi. Che cena di Vigilia, ragazzi! Panini, cotolette, dolci, grappa e pace tra gli uomini, simpatia, benevolenza, poveri e non poveri ma tutti quanti di buona volontà. La grappa dei tre ragazzi vestiti da angeli aveva portato bene, ci avevano regalato e noi avevamo regalato a nostra volta sorrisi e felicità a piene mani. Che gran regalo di Natale che ci eravamo fatti l'uno con l'altro, dolcetti, vino, canzoni e armonia, e carità e compassione vicendevole. Aiuto reciproco e solidarietà. E poi quella stella cometa gigantesca che c'era là nel cielo, là proprio appesa nel cielo di Milano: l'amore degli uomini fratelli tra di loro, di questa santa città di panettieri che mai si scorda di dare a ognuno di noi la nostra pagnotta quotidiana.
Arrivò finalmente mezzanotte e tutti allora cominciarono a gridare: "Buon Natale! Buon Natale a tutti!"
E tutti sorridevano e tutti erano felici, e tutti ci abbracciavamo e ci baciavamo tra di noi. Senza malizia, senza vizi, di nuovo tutti quanti con il cuore puro e immacolato di quando eravamo bambini.
"Buon Natale! Buon Natale a tutti!"
E fu allora che i tre ragazzi vestiti da angeli gridarono: "E' nato Gesù Bambino, fratelli! E' nato Gesù Bambino, fratelli! Pace e Bene a tutti, a tutti nessuno escluso, Amore e Felicità a tutti gli uomini di buona volontà!"
E sorridevano e le loro ali erano bianchissime. Ma erano davvero tre ragazzi vestiti da angeli o proprio tre Angeli scesi dal cielo per rallegrare una piazza fredda di Milano dove un gruppo di ragazzi se la stavano passando male proprio la Notte prima di Natale?
Non lo so, non l'ho mai saputo.
Fatto sta che i tre ragazzi vestiti da angeli sparirono all'improvviso così come erano apparsi. Ma tutti noi ancora lì, a ridere e a cantare e a bere quella santa grappa che ci era scesa dal cielo del grande buonumore di vivere che hanno certe volte gli uomini quando si mettono in mente che davvero sono tra loro fratelli, come ben disse Gesù, non tanto tempo dopo che fu nato.
Che Natale a Brera, Milano, nel 1987, ragazzi!
Da scriverlo davvero negli annali della città, e anche se nessuno ci ha mai pensato a scriverlo, io almeno ci ho tentato di annotare qualcosa con questo mio umile racconto di scrittore underground di strada...
Buon Natale, ragazzi! Dovunque voi siate e che il Natale vi trovi tutti sereni e felici e vi porti tutto il Bene che ci vuole, e ce ne vuole davvero tanto in questi nostri tempi un pò facili ultimamente a un certo qual sbalestramento.
Ma... Buon Natale, ragazzi! Buon Natale a tutti!
E che i Tre Santi Angeli della Notte di Natale vi benedicano a tutti, nessuno escluso!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
libriacquaviva.blogspot.com
http://www.books.google.com/
PASSAPAROLA

3 commenti:

cooksappe ha detto...

wow *__*!

Unknown ha detto...

Questa storia mi ricorda questo mio racconto... Ciao Giuseppe, come stai? http://manu-bhoblog.blogspot.com/2010/12/ri-lettura-buon-natale-signor-piccione.html

Unknown ha detto...

p.s.Bellissima questa nuova immagine ad apertura del blog...