Venendo dal blus...
a scala di spirale in salita
fatta di secchi di latte e pane vecchio,
scortando lampi
e orologi falliti,
fallibile anch'io
come un milionario squattrinato
d'altri tempi
quando il romanzo era un'utopia
e la poesia il prologo infinito
della bistecca che non arrivava mai,
IO
con la mia faccia di pescespada d'alto mare
con l'inclinazione alla rovina
e alla pietra rara
getto il mio destino
in faccia alla strada
e son contento di me stesso beffardo
come un tordo di mattina presto,
e del carbone acceso della mia anima
che sempre mi brucia le dita
senza che io possa mai farci niente.
Stravagante e innamorato
spingo sempre in direzione
del pianeta dell'amore e della fratellanza,
anche se da anni ormai
non leggo più
i suoi giornali.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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passaparola,amico,
passaparola.
(FOTO DI MASSIMO ZARUCCO).
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