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giovedì 5 luglio 2012

LA GUERRA DEI 4 CENTESIMI DEI BARBARI CONTRO LA GRECIA

La Grecia è una manciata di pietre preziose
gettate nel Mediterraneo,
e come ben puoi capire
le mosche del mercato
e i porci non ne possono sapere granchè.
A sera in riva al mare
di fronte alla pace del porto
ti portano un bicchierino di buon vino antico
e alla radio senti
una cara musica di felici notti passate,
le colonne di marmo di un tempio
in lontananza,
le grida dei grandi guerrieri
nascoste sotto qualche scudo di bronzo
in musei ora molto tranquilli.
Le case bianche ancora roventi di sole,
le civette tra le fronde oscure
ancora attonite
per tutto quello che è accaduto
durante il giorno.
Ragazzini allegri che giocano al calcio
tra due porte di sterpi,
ribelli in cospirazione
davanti a un panino striminzito,
monaci di altri tempi,
quando la fede era una pietra di Dio
e non una scaglia del demonio,
benedicono le vigne e gli ulivi
e i cavalli e le lucertole
e tutto quello che di vivo
gli si para innanzi.
Contadini che bevono in silenzio
il loro potente liquore
di dolcissima millenaria esperienza.
Da queste strade polverose
son passati una volta gli eserciti spartani
per ricacciare indietro
gli invasori barbari,
senza filosofia nè politica,
l'elmo calato sulla fronte
il largo scudo legato sulle spalle,
al fianco la possente spada,
ben stretta nel pugno serrato la lunga lancia,
lo sguardo determinato,
ben fisso oltre il largo confine
della patria, mai unita
ma ben fusa nell'anima di ogni greco,
le donne e i vecchi
a salutare i guerrieri in marcia
senza una lacrima.
Ci difesero tutti un giorno quegli antichi eroi,
ora per 4 centesimi di formaggio
di vermi
nessuno cerca di difendere
questi sacri luoghi
di ogni uomo libero d'Occidente,
ancora abitato dagli Dèi,
mentre i contadini
bevono in silenzio
il buon vino caricato a fichi
che gli piaceva così tanto
a Odisseo e a Socrate...
I soldi, le monete, le patacche
se le prenda ancora una volta il demonio,
i barbari invasori
saranno ancora una volta
fermati e battuti
tra queste antiche rocce
dove insonni fanno la guardia
tutti gli Dèi degli uomini liberi del mondo.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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