Milano - Le piccole edizioni Acquaviva continuano a sfornare titoli 'underground' interessantissimi. L'attenzione questa volta è per la produzione dell'editore-autore Giuseppe d'Ambrosio Angelillo, 'radicale' 'scrittore, poligrafo e filo-filosofo. Gli ultimi titoli capitati sottomano si dividono in raccolte di poesie, raccolte di racconti, romanzi. Facciamo due passi tra i testi.
“Rivoluzione” vuole narrare il 1977: più di trent'anni dopo, si razionalizza un'esperienza. O meglio: lo fa D'Ambrosio, protagonista dei cortei eppure marxista troppo ortodosso per essere massa. Biografismo e disillusione si fondono: eravamo poveri, belli, ma anche un po' cazzoni e comunque non compatti. Hanno vinto gli altri? Forse, ma qualcuno ci prova a non accettare i compromessi, almeno personalmente. Sembra più che altro un inno alla giovinezza e alle sue possibilità - in Italia spesso castrate.
“Il mediano nella birra” parla di un ragazzo universitario che cerca un posto nella vita – o è la vita che cerca un posto nel ragazzo? Speranze e delusioni, amare riflessioni autoironiche e Milano, sempre al centro del testo, più che sullo sfondo.
“La pagnotta dei sogni” è un altro dolceamaro a mio avviso particolarmente riuscito: lungo non molto, pieno di narrazioni che ad Angelillo vengono bene: focus sulla città delle osterie, della campagna che si fonde con i palazzoni, la capitale degli animali strambi e notturni si fa dipinto colorato di vino e salame. Il linguaggio è sempre riconoscibile, e questo è un merito.
Milano è anche la città di “Bullazze e Marmittoni”, raccolta di racconti ironici che presentano le vicende dell'umanità varia-avariata che pascola territori diversi, da Ticinese al Duomo, fino alle periferie.
Poi ci sono le poesie. Metropolitane quelle di “Amanti come tempeste”, dolci inni alla solidarietà e all'umiltà quelle de “il cavaliere del secchio”, libro con copertina bellissima.
La strada è tracciata, le tematiche sono ricorrenti: la metropoli, l'amore, la delusione, il lavoro, la poesia, la filosofia, la notte, la giovinezza, gli ingranaggi di una vita che troppo spesso si rifà a schemi prevedibili e castranti, e che quindi non soddisfa. L'alba dopo la notte foriera d'incontri.
V.V.
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