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mercoledì 5 gennaio 2011

IL PUPAZZO DI NEVE di giuseppe d'ambrosio angelillo


C'era una volta un pupazzo di neve e era notte e faceva molto freddo, era notte ma tutto risplendeva nell'oscuro perchè la neve sempre risplende anche nella tenebra più nera. E il pupazzo non aveva paura ma aveva tanto freddo.
Passa di lì un volpone e lo vede tutto freddoloso.
"Amico, che fai? Tremi?", gli chiese.
"Sì, per la miseria, fà un freddo da fine del mondo", disse il pupazzo.
"Che strano, sei fatto di neve, non dovresti sentir freddo", disse il volpone.
"Oh, se mi portassi in una casetta, vicino al camino, come ti ringrazierei", disse il pupazzo, sconfortato.
"Hai moneta?", chiese allora il volpone.
"Sì, due dobloni d'oro".
"Allora presto fatto. Te lo porto direttamente qui il fuocherello acceso".
Detto fatto, il volpone si introduce di soppiatto in una casetta e ruba un fuocherello acceso, portandoselo dietro su una carriola.
"Ecco qui il fuoco. Tira fuori il dovuto ora", disse il volpone.
"Prendi pure, i dobloni d'oro sono nella mia tasca destra", disse il pupazzo.
Il volpone mette una zampa nella tasca del pupazzo e tira fuori due pezzi di neve.
"E questi cosa sarebbero?", chiede.
"I dobloni d'oro", dice il pupazzo.
"Ma che? Mi prendi in giro? Questi sono due pezzi di neve".
"Sì, sono due dobloni d'oro fatti di neve, come me", disse il pupazzo.
"Maledetto, mi hai imbrogliato", disse il volpone.
Intanto il fuoco acceso stava sciogliendo il pupazzo, e dopo un pò scomparve del tutto. Rimasero solo una carota che era il suo naso e due bottoni rotti, e infine un cappellaccio di spaventapasseri.
"Che maledetto, non solo mi ha imbrogliato, ma se n'è pure scappato via", disse mestamente il volpone.
Il fuocherello s'era spento, il pupazzo era sparito, la campagna era tutta bianca e splendente, e il volpone se restava là tutto scornato.
Comunque anche i pupazzi di neve sentono freddo, solo che non possono dirlo in giro altrimenti passano un sacco di guai. Ma anche mettersi a ascoltare un pupazzo di neve porta un sacco di fastidi.
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giuseppe d'ambrosio angelillo
CONTADINI E SQUATTRINATI,
racconti
ACQUAVIVA

2 commenti:

Chry ha detto...

Piacere di fare la tua conoscenza. Mi chiamo Cristina insegno in una scuola primaria. Ho letto con molto piacere il tuo racconto: è bellissimo! Vorrei sapere se posso leggerlo in classe ai miei bambini e magari pubblicarlo sul mio blog, naturalmente apponendo la firma dell'autore. In attesa di una risposta ti saluto cordialmente. Cristina

Alessandro De Chirico ha detto...

Molto simpatico :)