non ti puoi tirare indietro
anche se sei solo
e gli altri sono tutti.
anche il cane che ti incontra
vuole il suo combattimento privato con te,
anche se tu te ne vuoi stare in pace con te stesso,
farti i fatti tuoi
e non andare in competizione con nessuno.
ma non si può, ti provocano,
devi scendere nell'arena a far divertire la massa
che ama la rissa, i pugni inutili, il sangue.
tu preferiresti scansarti
ma il mostro è lì che ti entra in casa dalla finestra,
dal foglio del giornale letto per caso,
dal vicino pseudoartista che ti fa saltare
il tappo del suo spumante sul muso.
non puoi tirarti indietro,
la massa aspetta il suo divertimento,
il suo piacere represso vuole sfogo, sia quel che sia,
il suo sadismo oscuro vuole soddisfazione.
tu invece spegni la luce e sparisci,
la massa è quasi cieca non s'accorge mai
degli infimi dettagli,
vuole solo i gladiatori nell'arena
a menarsi come pirla.
io ho spento la luce
e nessuno m'ha visto andar via alla chetichella.
battetevi voi con i vostri cani odiosi e fasulli,
io cerco amici, forse fratelli,
i competitori famelici ve li lascio volentieri a voi.
travestiti da brava gente poi ve li raccomando tanto,
tutti artisti della domenica,
poeti della pasqua,
romanzieri delle vacanze estive.
ora come ora preferisco fabri fibra
e ale vacca,
eminem
e 50 cents.
almeno loro se si arrabbiano
lottano come leoni contro la loro stessa verità.
io son di questa razza,
se c'è da lottare, fare a pugni, menarsi a sangue
preferisco farlo con la mia stessa vita,
non con la vostra sterile malvagità
così cortese
così beneducata
così sorridente
così odorosa di ipocrita falsa bontà.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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