POETI
siamo comunque vecchi marinai rinchiusi a vita dentro sbornie di gioventù infinite. abbiamo romanzi di 1000 pagine solo in una foto senza nessuna parola, compagni di milioni di avventori di locali di malaffare visti in mille porti diversi, in mille quartieri fuori mano, mai che ci sia un oste che ci risparmi la spesa dell'oscuro folleggiare, ma appena fa giorno siamo lo stesso il cuore che siamo sempre stati. poeti di mare, poeti di campagna, poeti di città, tanto l'è semper l'istess, siamo capitani di ventura in viaggio verso Plutone, contadini senza terra che portiamo da bere a tutte le muse in circolazione, squattrinati miscredenti che fanno i monaci pazzi in decrepite caseringhiera di anonima periferia. ci siamo scritti da soli la nostra bibbia, e ci siam fatti venire pure la fede per credere in ciò che abbiamo scritto, folli senza respiro, porci a grufolare su ogni marciapiede, pezzenti amici di ogni fango, di ogni lordura, ma con un cielo terso per anima, un firmamento acceso per sguardo sincero, uno scoglio nel mare in tempesta per passione. non ci stanchiamo mai, manco a farci l'amore. guardie di confine per paesi che nessuno mai vuole visitare, soldati di se stessi nei grandiosi eserciti del nulla, marinai di una sola nave ma con tutte le vele al vento di nome poesia. tutti a chieder qualcosa, tutti a non dar mai niente. sfrontati e superbi, ma sempre liberi. condannati a vita alla stessa galera: la solitudine, sempre lo stesso rancio, le mele marce degli altri, le rosse melagrane del sangue degli dei. i poeti chiedono sempre al mondo di volergli bene ma quello invariabilmente manco gli risponde. sempre in marcia verso l'interno dell'anima, infaticabili camminatori, un solo fiore come riassunto dell'intera storia dell'umanità. sempre allegri in un mare di sfortuna, sempre tristi nel più squinternato bordello. silenziosi logorroici, pazzi spiritati, esaltati scatenati, anime spente, cuori scardinati. alunni, maestri, maghi di mille mattini, stregoni di mille notti nere, ma con una luna piena sempre accesa nelle nostre misere tasche. poeti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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