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domenica 11 ottobre 2015

LEGGENDO LA MIA REPUBBLICA QUOTIDIANA



LEGGENDO LA MIA REPUBBLICA QUOTIDIANA

leggo articoli su articoli di giornale,
vado alla ricerca di K. 
del senso nascosto del poker
di walt whitman 
dei parega e paralipomena
di 148 euro per pagare la bolletta del telefono,
delle mie carte disperse con l'ultimo nubifragio
del codice postale di new york
della mia bocciatura come commesso a una libreria
del centro
del mio sonno di ieri notte
della mia tipografia fallita
dei mostri in città ormai senza più pietà
(per almeno vedere di che colore hanno le scarpe).
il giornale è finito
ma io continuo a leggere,
ma che minchia leggo?
non lo so, forse ora m'invento tutto io.
le agenzie puntano unicamente sui cavalli vincenti,
i perdenti sono già al macello per diventare bistecche,
wagner ha scritto un'altra caduta degli dei
ma non se lo fila più nessuno,
l'ultimo libro più venduto
è stato estratto a sorte alla ruota della fortuna
e la gente lo legge non per imparare qualcosa
ma unicamente per sgraffignare qualche briciola
di fortuna anca lò,
mi ha telefonato franz kafka
ma non ho risposto perché ormai ho paura anch'io
di diventare uno scarafaggio,
rilke mi ha dato una dritta
ma me la son scordata
perché quest'anno non sono andato in vacanza,
ho ritagliato le belle tipe dal giornale
perché sono 7 anni che voglio fondare una rivista
ma non la faccio
perché corro il serio rischio di scriverla
e di leggermela solo io,
socrate mi ha dato l'ennesima lezione di filosofia
quella dove dice di sapere di non sapere
ma io m'ingolfo sempre ad ascoltarla
perché son di quelli che sa di sapere una cosa sola:
sempre quella sbagliata,
all'università non riesco più ad andarci
perché purtroppo la laurea me la son già presa,
bevo un campari triplo per ingranare nel prossimo
romanzo
solo che l'ultimo che ho scritto non l'ho ancora stampato,
vado in banca a chiedere un prestito
per comprarmi almeno un pacchetto di sigarette
per i cerini posso sempre chiedere di accendere
ai passanti della mia strada sconclusionata
di periferia,
non mi lamenterò più perché tanto non serve a niente,
se la posta l'hanno venduta ai cinesi
i francobolli sono ancora italiani?
non lo so, 
sono pure depresso,
triste,
nessuno più scrive al colonnello,
ma io sono solo un fruttivendolo
che mi preoccupo a fare allora?

cazzo, 
ma quando finisce questo giornale della malora?
io volevo solo leggere una piccola poesia.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

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