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domenica 11 ottobre 2015

NON CE NE SONO PIU' MAESTRI IN GIRO


NON CE NE SONO PIU' MAESTRI IN GIRO

non ce ne sono più maestri in giro,
ti devi scrivere da te la tua bibbia personale
e devi inventarti pure la fede necessaria
a credere a tutta quella baracca di follia
che tu stesso hai messo su.
la teoria dell'universo è difficile
che venga fuori nei nostri tempi,
o un pitagora o un platone o un ulisse,
son più facili i ridolini, gli charlot, gli stanlio e ollio,
io per conto mio quasi quasi non digerisco più
nemmeno un nuovo libro di poesia,
eppure son del mestiere pure io
e l'orecchio non mi manca
e nemmeno lo spirito.
ma è più forte di me,
la maggior parte dei soloni e dei seneca
che se ne vanno in giro nei miei tempi
mi lasciano alquanto di stucco
e quasi del tutto stecchito.
così me ne vado per strada
con le mani affondate nelle mie tasche vuote
e penso come un tanghero alle fave bianche cotte
che mi mangerò a sera,
a quel bicchiere di vino rosso scadente del lidl
che mi berrò alla facciaccia loro
e amen.
i ragni a casa mia se la passano più allegra di me,
non hanno la bolletta del gas da pagare loro,
gliela pago io
e loro son tranquilli,
non pagano manco la spazzatura
eppure se le pappano le mosche
e pure qualche scarafaggino a uffa,
ma almeno non hanno da sopportare 
i vari ministri dei panzerotti fritti loro,
come me che arranco nel traffico
e mi muovo come un grosso pezzo d'ottone avanzato.
chissà che faccia ho
a camminare sperduto per le strade sfatte
della mia città,
c'è un niente che mi attacca
e io come al solito mi difendo con i miei soliti sogni
di un mondo migliore.
minchia, mi tocco le palle,
tutto sommato mi accontento alla grande 
anche di questo.
con tutti i miei ragni,
con la mia metropoli randellata
e tutti quegli idioti della polenta fritta.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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