Ero all'aeroporto di Los Angeles. Ero con Charles Bukowski. Io non avevo il biglietto dell'aereo. Nemmeno Buk ce l'aveva.
Eravamo andati lì solo per vedere fighe e bere birre.
A un bar, spaparanzati, ce la godevamo. A vedere fighe e a bere birre. Prima a vedere fighe e poi a bere birre.
Ce ne erano di tutti i gusti e di tutti i tipi. Alte, basse, more, bionde, rosse. Truccate, al naturale.
Di fighe e di birre pure. Le fighe e le birre sembravano appartenere alla stessa razza. Senza non si poteva stare, ma alla lunga ti ubriacavano e ti stendevano sotto il tappeto.
Buk mi dice sorridendo sornione come un vecchio gatto nero:
"Tutto sommato è molto meglio guardarle e sognarle che amarle davvero. Se le ami davvero finisce sempre tutto in merda".
E alla parola "merda" scoppia in una fragorosa risata: "AH AH AH!"
Sembra davvero un vecchio Pan che finalmente ha raggiunto la sapienza.
Tutti volgono lo sguardo verso di noi e ci prendono per due vecchi pazzi appena scappati dalla prigione.
A qualcuno leggo pure negli occhi l'oscuro pensiero di chiamare l'autombulanza del manicomio. O al minimo la polizia.
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g.d. angelillo
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raccontino pubbicato
dalla fanzina milanese
"di riffo e di raffo"
nel marzo 1994
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