regala Libri Acquaviva

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martedì 3 agosto 2010

Cara Cristina Taliento, con un nome come questo sei già nella letteratura...

... io me ne intendo di carte, son già tanti anni che me ne cibo, come tanti spioni appena sono scoperti che si ingurgitano il biglietto della formula segreta per non farla cadere nelle mani del nemico... o come tanti mangiatori di libri così perfetti come possono essere i topi e meglio le tarme... Mangio carte da quando ho cominciato a capire... o forse meglio: da quando ho cominciato a capire di non capire niente... Ognuno si sceglie il proprio destino già prima di nascere, dice Platone, solo che dopo se lo scorda e incolpa sempre gli altri dei casini e delle balordaggini che combina... Tutti forse, tranne gli scrittori... Credo che solo gli scrittori abbiano la piena coscienza che sono loro stessi gli artefici della vita scriteriata e senza sugo che conducono...
Ma in fin dei conti perchè si scrive? E soprattutto perchè qualcuno, cioè quei singolari folli di nome scrittori, perdono e votano tutta la loro vita a questa vocazione del raccontare che dopotutto è solo velleitaria voglia di salvezza e di ricordo imperituro?... Ma la scrittura è anche qualcosa di più straordinario: è Speranza di senso per un assurdo e un vuoto altrimenti assolutamente incomprensibili...
Si scrive perchè si è a caccia di un perchè... un perchè che è il fondamento stesso della nostra altrimenti miserabile esistenza... Ma cos'è questo perchè? E chi lo sa... è un mistero... che il raccontare cerca appunto misteriosamente di dipanare...
Credo così che anche la parola MISTERO abbia nella sua etimologia come base di partenza la parola STORIA... mistero così è: "la mia storia"...
E così non volendo siamo alfine giunti al problema dello STILE.
Ogni scrittura degna di questo nome deve avere il suo stile, e io credo che lo stile sia una questione dello stesso contenuto...
A quel che ho capito io, dopo anni e anni di studio e di pratica di scrittura, lo stile è "la nostra verità"... Non la verità soggettiva da contrapporre alla verità oggettiva e semmai integrarla... no "la nostra verità" è la verità della nostra vita, e questa, secondo me, è l'unica chiave per arrivare infine alla verità delle altre vite, delle persone che ci circondano cioè... di qui poi con una gran fortuna si può arrivare all'Universale, il sale di ogni capolavoro letterario...
La scrittura è ricerca di verità, non verità in se stessa... La verità in sè lascia indifferente la gran parte della gente... ma "la nostra verità" no... è fatta di un'altra pasta, è vita, è concretezza, è ricerca, e questo interessa tutti perchè siamo tutti in cerca...
Ultimamente ho ideato un racconto con il titolo: "Il ricercatore di se stesso", dove il protagonista è alla ricerca di quel particolare qualcuno che è appunto se stesso, ma si cerca e non si trova perchè è difficile vedersi anche solo con la coda dell'occhio... l'io dello specchio non vale, perchè già non siamo più noi...
Ecco: la scrittura ricerca quel qualcosa di molto particolare che siamo noi stessi, e la sorpresa è che noi stessi siamo proprio quella particolare ricerca...
Ecco perchè non si smette mai di scrivere, perchè la ricerca non è mai perfetta...
... Mi son perso... E infatti chi cerca rischia, rischia appunto di perdersi... E di non ritrovarsi più... Dicono che i bambini quando si perdono non son capaci di tornare indietro, son capaci di andare solo avanti, allontanandosi sempre più dai loro genitori e dalla loro casa... credo che così siano anche gli scrittori, una volta entrati nel labirinto della scrittura non sanno assolutamente ritrovare la via d'uscita e così vanno sempre avanti alla ricerca di una strana parola di nome Amore, che coniugano con tutti i miliardi di colori che esistono al mondo, compreso il nero naturalmente...
Io nel frattempo continuo a mangiare carte, e non me ne è venuta ancora indigestione, dopo tanti anni... Sarò diventato un caso molto grave, ma di sicuro non chiamo l'autombulanza e dopotutto i manicomi li hanno pure chiusi... la follia del vivere di carta... ma comunque se immagino l'anima dell'uomo io penso a un libro...
...ecco: mettere tutta la propria anima in un solo libro... credo che sia questo l'intento segreto di ogni scrittore... io ci ho tentato con parecchi libri... ma devo confessare di non esserci ancora riuscito... l'anima è infinita, diceva Eraclito... bisognerebbe inventare a questo punto un libro infinito... qualcuno l'ha fatto...
Oppure trovare un frammento della propria anima che rappresenti il tutto...
Io mangio carte, ma credo che le carte dei libri che mangio siano come la manna degli Ebrei... tu la mangi e poi puoi immaginare pure tutti i cibi del mondo che vuoi, che miracolosamente la manna assume il sapore desiderato...
E chi rinuncerebbe mai a quello strano sapore di infinito che danno le carte dei libri?...
... Ciao, Cristina Taliento, ci hai proprio un bel blog... Io non son capace di farlo così bello... beh, non si può avere tutto nella vita... ricordati: per me con quel bel nome che hai sei già nel bel mezzo di quella grande utopia che è la letteratura... "il gran regno della sintassi", diceva Jean-Paul Sartre... la gloriosa repubblica delle belle lettere...
Belli anche i tuoi racconti...
Tanti cari saluti
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
SOLDATO ROCK

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