A PIAZZA DUOMO C'E' UN POETA
"A", moto a luogo, perchè è il poeta che va, è il poeta che cerca la piazza.
Tra una chiacchiera e l'altra con qualche passante, interessato alle loro storie, poggia il corpo alla colonna, quasi a riposare il pensiero o le parole che incessanti fluiscono in lui.
Se ne sta lì con il suo banchetto verde di speranza.
A volte guarda altrove, a volte il vuoto, a volte pensa. Tutti gli scorrono affianco, vicini, veloci, indaffarati e la calma del poeta non li invidia.
Ma il poeta poi chi è? Un artista?! Uno scrittore?!
Il poeta è un tuttofare. Si adatta e si abitua. Impara e insegna. Trova sempre un perchè, e se non lo trova lo cerca. Si fa compagnia da sè e se non lo vedi quasi un pò ti preoccupi. Ormai lui è lì, come quella colonna, come quel Duomo. Non lo schioderà l'incertezza o un pò di pioggia, perchè l'incertezza è il suo metro di poesia. Giuseppe D'Ambrosio Angelillo scrive, edita, pensa, ama la sua famiglia e la vita, a cui prima di chiedere dà, e ciò che arriva accetta, senza pretese o malumori. Fa tutto ciò che può sembrar normale, ma lo fa in modo diverso. Ha sempre un sorriso bonario e un'aria pacifica, quasi come se le parole scritte e pensate, i libri letti, le storie vissute, i personaggi conosciuti gli avessero cucito addosso la pace. Ma tormenti ne avrà, oh se ne avrà! Li annida forse nella sua folta barba, quasi a mascherare le paure.
Io, personalmente, a quest'uomo voglio riconoscere un merito, prima ancora che ogni servizio delle Iene o non, possa costruirgli intorno un cordone saldo di solidarietà e affetto; io gli riconosco la forte fermezza di quella colonna a cui ogni tanto si poggia, il coraggio di quella cattedrale gotica di innalzarsi con le sue parole scritte nei cuori e nelle menti senza paura di inettitutine, e lo ringrazio, dal basso della mia non ben identificata posizione, di aver creato in una piazza così grande, in una città così grande e ostica, seppur speciale, una faccia amica, una certezza delle tante passeggiate che non sai dove ti porteranno, ma che di sicuro un saluto al Signor Giuseppe te lo faranno dare.
Grazie a nome di una sua lettrice, perché le tante parole scritte con coraggio e fatica qualcosa l'hanno creato.
A volte guarda altrove, a volte il vuoto, a volte pensa. Tutti gli scorrono affianco, vicini, veloci, indaffarati e la calma del poeta non li invidia.
Ma il poeta poi chi è? Un artista?! Uno scrittore?!
Il poeta è un tuttofare. Si adatta e si abitua. Impara e insegna. Trova sempre un perchè, e se non lo trova lo cerca. Si fa compagnia da sè e se non lo vedi quasi un pò ti preoccupi. Ormai lui è lì, come quella colonna, come quel Duomo. Non lo schioderà l'incertezza o un pò di pioggia, perchè l'incertezza è il suo metro di poesia. Giuseppe D'Ambrosio Angelillo scrive, edita, pensa, ama la sua famiglia e la vita, a cui prima di chiedere dà, e ciò che arriva accetta, senza pretese o malumori. Fa tutto ciò che può sembrar normale, ma lo fa in modo diverso. Ha sempre un sorriso bonario e un'aria pacifica, quasi come se le parole scritte e pensate, i libri letti, le storie vissute, i personaggi conosciuti gli avessero cucito addosso la pace. Ma tormenti ne avrà, oh se ne avrà! Li annida forse nella sua folta barba, quasi a mascherare le paure.
Io, personalmente, a quest'uomo voglio riconoscere un merito, prima ancora che ogni servizio delle Iene o non, possa costruirgli intorno un cordone saldo di solidarietà e affetto; io gli riconosco la forte fermezza di quella colonna a cui ogni tanto si poggia, il coraggio di quella cattedrale gotica di innalzarsi con le sue parole scritte nei cuori e nelle menti senza paura di inettitutine, e lo ringrazio, dal basso della mia non ben identificata posizione, di aver creato in una piazza così grande, in una città così grande e ostica, seppur speciale, una faccia amica, una certezza delle tante passeggiate che non sai dove ti porteranno, ma che di sicuro un saluto al Signor Giuseppe te lo faranno dare.
Grazie a nome di una sua lettrice, perché le tante parole scritte con coraggio e fatica qualcosa l'hanno creato.
SOFIA COPPOLA
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