a telefono acceso
si rinserra il coraggio
di tornare ancora
a fiutare l'amore
in quel carnevale acceso
di tutte le insulsaggini di quel bar dei matti
dove va pure paperino a comprare le sigarette
e il cameriere fa vedere a tutti
il messaggio conclusivo
di sua moglie scappata.
il monaco mostra il suo firmamento folle
e beve la birra da solo, in disparte come sempre.
il telefono suona il suo rauco pianto maledetto,
il capitano degli ebrei
scivola via dopo qualche parola smozzicata
in greco antico,
se ne va sicuro incontro al vento sabbioso
dei suoi antenati,
tentando questo, rinunciando a quello.
rimane sempre qualcuno appeso al telefono
a ravanare tra i rami secchi della sorte
qualche ape persa
tra le fioche luci di un bar di disperati.
giuseppe d'ambrosio angelillo
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