martedì 24 marzo 2015
A FRANCO FERGNANI
franco, che con gli occhi sghembi del tuo maestro
stringevi in un pugno il tempo, l'essere
e il nulla.
la repubblica di tutti i tuoi libri
ti facevano deciso nel tuo innalzarti
su tutti quei dedali di parole,
leggero nel centro esatto di tutti i labirinti dei discorsi,
astruse strade
dove nel vento volava la tua sapienza di vecchio filosofo.
montagne affollate di giganti
e di antiche radici di pensiero
che non si trovano quasi più
da quando hai deciso di andartene a Chieti
a svernare per sempre nella tua eterna solitudine.
franco.
racconterò di te nel più grosso romanzo
che io abbia mai tentato nella mia vita,
oscura come la tua.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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