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giovedì 7 gennaio 2016

NON C'E' PIU' POESIA A MILANO


NON C'E' PIU' POESIA A MILANO

"non c'è più poesia a Milano",
mi dice il tipo, "un edicolante che fa la guardia
alle bandiere di tutto il mondo
e a mille stemmi strani delle città d'Italia,
mettici una pietra sopra,
chiudi bottega,
è finito il film,
il botteghino è scoppiato da un pezzo".

io son là appoggiato alla colonna
con i miei 150 libri di poemi esposti sopra,
lo guardo che mette a posto le bandiere, gli stemmi,
guarda il culo a una signora tedesca,
si guarda nella vetrina della Benetton,
dove 4 manichini fasulli fanno i re del mondo.
ora è lui che guarda me,
che faccio finta di mettere a posto i miei 150 libri,
tutti con gli occhi tristi.
mi lascia perdere
si guarda ancora nella vetrina della Benetton
e si aggiusta il giubbotto, si gonfia il petto.
fa una smorfia strana a se stesso,
poi pure a me.

ora ci osserviamo quando l'uno non osserva l'altro,
di sottecchi,
con l'angolo degli occhi,
con il periscopio dietro il collo.
troppi clienti all'edicola lo distraggono di brutto,
i ladri son dappertutto ormai in Italia.

poi si avvicina di nuovo a me.
"è morta la poesia", dice,
"schiattata,
ricoverata al cimitero Monumentale,
dove il topo
rosica il basilico selvaggio.
è così,
tu non ci puoi fare proprio più niente...
beh, tra un po'
anche questa giornata sarà passata".

io mi siedo al mio seggiolino
e mi metto a guardare il Duomo.
a Milano è morta la Poesia?
non mi sembra proprio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

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