il mio magistero io lo esercito per strada,
tra le pietre antiche di una piazza incantata,
in piedi davanti al mio altare pieno di dei pazzi,
dalle menti agitate di misteri e poesie di innamorati,
accerchiato da giganti che ne hanno raccontate di cosucce
all'intera umanità, versi di vendetta, romanzi di riscossa,
così folle come sono pure io.
il mio magistero io lo esercito in solitudine,
a turisti portoghesi come parlando
il dialetto di una città lontanissima,
a gente comune interessata di antiche profezie,
a ragazze tedesche che vogliono sapere del Natale italiano,
a studenti di filosofia che vogliono imparare
a piantare nelle nebbie alberi di limone,
a cuochi veneti e siciliani
che vogliono cucinare antichi piatti di verdure contadini
conditi per caso con foglie aromatiche
dell'albero della conoscenza,
il mio magistero io lo esercito per strada
davanti a una cattedrale tra le più belle del mondo,
bevendo ogni tanto il liquore rosso amaro e dolce
di una vita all'avventura inventata come una poesia là per là.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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