Io,
poeta assunto da me stesso
per provata incapacità di vincere,
per inutilità di trama,
senza piedi di caprone di demonio
ma con un mare di identità di volatore
per confondere i traditori.
Portato al lamento
ma pure alla Speranza,
un cuore illuso
e un passaporto per l'inferno.
Una esistenza abusiva
e una rosa dichiarata
all'ufficio della bellezza del comune di Milano.
Malandrino dal sasso facile
ma pure con la carezza pronta.
Senza fama, senza Dio, senza domani,
ricco di fantasia
ma poverissimo di soldi.
Pieno di santi e di visioni,
senza debiti e senza crediti,
libero come un gatto randagio
e fiero come un monello abbandonato.
Con il carro dei miei libri
sempre affacciato al mio balcone di guai.
Sono solo un poeta sconosciuto
maniaco di autobiografie.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
www.libriacquaviva.org
www.books.google.com
Nessun commento:
Posta un commento