Giuseppe D'Ambrosio nel 1979, sul Monte Stella di Milano |
dall'alto di un monte di macerie
di una guerra mondiale lontana negli anni
che gli inglesi e gli americani piantarono
a radici di rose future
che arrivarono, non arrivarono,
si fecero semplicemente vedere,
ma a febbri feroci di giovinezze
siamo andati lo stesso avanti,
a discorsi di fontane di utopie
a romanzi di Dostoevskij
a risate di Bukowski,
pescando nello stagno dei nostri tempi
andati a male
con la corda dell'aspirante suicida
e la bacchetta del tiranno fallito.
Sincero fino all'affanno di 4 maratone
mi son dato poi al libro di cera,
quel libro che vola con ali di angelo
ma che con troppo sole in testa
se ne precipita
in un golfo di solitudine.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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