ho portato una nave carica di sabbia
una volta a Londra.
con la testa a rovescio
per almeno trovarmi una casa,
con la carta del perdente
bene in vista
per avere almeno 6 o 7 possibilità
di successo nel villaggio degli artisti.
ma nel parco delle papere
delle poetesse infelici
mi misi a camminare all'indietro
come una pietra rotolante,
di sbieco
per non dover mai affrontare di petto
nessun annuncio
di sfruttamento a tappeto.
con quella sabbia che avevo portato
mi feci un vestito elegante
per mettermi sempre a scendere
verso il fiume.
ma l'acqua era davvero tanta
e io misi la mia anima in una noce
e di notte rallentai.
sbucai in un biglietto
stretto in un pugno,
dove qualcuno ancora faceva
del bene al suo prossimo
anche se non sapeva nemmeno
chi era
e da dove veniva.
il villaggio degli artisti
dovrebbe fondare una repubblica indipendente
un giorno o l'altro
con il beneplacito
di qualche biblioteca di filosofi
e poeti.
g. d'ambrosio angelillo
a www.libriacquaviva.org
www.books.google.com
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