E' di traverso che arriva il ricordo
che origina il romanzo,
la matassa poi si dipana
come un'ombra furtiva
che ammassa vuoti nella nostra anima
per tirarci fuori infine dèi minimi.
La verità è che vogliamo sempre
il letto pieno
e la mente ubriaca,
per fingere ancora una volta
quando davvero eravamo noi stessi:
con la pagina bianca davanti a noi
e tutto il tempo da spendere.
Ora ci scusiamo pure con il nostro specchio
quando inavvertitamente ci pariamo davanti
e ci riconosciamo a malapena
con questo nostro sguardo torbido
e queste lacrime
che ci asciugiamo furtivamente
per non farci accorgere
da questa nostra ombra pazza
che vuole ancora scrivere,
che vuole ancora sognare il velo di traverso
di tutto il nostro romanzo...
GD ANGELILLO
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