venerdì 3 ottobre 2014
CHAGALL A MILANO
Ieri un uomo indaffarato si è fermato davanti a me in piazza Duomo e mi ha detto:
"Ma che perdi ancora tempo con i libri? Non si usano più i libri. Presto scompariranno del tutto. L'uomo sta subendo una mutazione antropologica. I libri sono diventati inutili".
"L'arte, i romanzi, la poesia è come il pane per l'uomo, non si può rimanerne a lungo senza. Passeranno questi tempi, i libri torneranno con altre forme al centro degli interessi dell'uomo", gli ho risposto.
"Anch'io vorrei che fosse così, ma lo dice anche Baricco che l'uomo ha subito mutazioni".
"Baricco? E' lui il primo mutante nel mondo dei libri", ho detto io.
L'uomo è scoppiato a ridere, poi ha detto:
"Mi piacerebbe pensarla come te, ma mi sa che i libri spariranno presto".
"Questo è nichilismo", ho detto io.
"Non vedo altro, nient'altro che nichilismo attorno a me", ha detto lui.
"Ti sbagli", ho detto io.
Allora lui inaspettatamente mi ha mollato lì e è andato via.
Io allora gli ho gridato dietro:
"CHAGALL! CHAGALL! Guarda Chagall! Ti sbagli, c'è anche l'utopia a questo mondo, tutt'attorno a noi! Chagall è qui, a due passi, a Palazzo Reale! A Milano!"
Lui non s'è voltato sulle prime, e io credevo che ormai non mi avesse ascoltato più, ma dopo ancora due o tre passi s'è voltato, mi ha sorriso, mi ha salutato ed è corso finalmente via.
"Chagall, mister. Dopo di lui il nichilismo ha la vita un pò più dura nei nostri tempi", ho detto a me stesso, decentemente contento.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "CHAGALL", Acquaviva, 2014
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