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venerdì 10 ottobre 2014

SARTRE (a Franco Fergnani)

SARTRE
                         a Franco Fergnani

Sartre suonava una chitarra acida piena di no
sulle spalle dell'Esistenza
spaccando l'osso del Nulla
sulla testa di tutti quelli che gli capitavano a tiro.
"La scelta è del nessuno di ognuno, diceva.
La teoria è una vera pazzia,
Dio è un morto che ancora cammina
nella miseria di tutti.
Barcolliamo tutti come ubriaconi
chiusi nello stretto recinto del delirio
della nostra individuale follia".

Sempre a ogni giorno
nel passare di tutte le cinture
ti viene davanti un Saggio
in mezzo a tutti i balordi
che ti tira una sberla
e ti sveglia dal sonno di secoli
della tua scialba coscienza,
così ti rimetti in cammino
almeno per una notte,
diventi discepolo di una sola parola
ma almeno originale
e tiri mattino
sputando in faccia
al tuo destino,
annusando tracce di passi di troie
facendo assurdi sogni d'amore
bruciando libri
strappando fotografie
a camminare finalmente liberi
attraverso tutta la città,
buttando all'aria vecchie casseruole
stracciando in mille pezzi tutti i tuoi pensierini.
E te ne freghi
perché tanto tutto è lo stesso,
ma con almeno un pizzico di sapienza in più.

Sartre guidava una grande nave carica
di arance nere
nel gran mare sporco dell'Essere
soffiando fumo di sigarette di Nulla
di vecchio capitano
sulla faccia di tutti gli idioti
che gli capitavano a tiro.

Saggio come una luce
con tutti i fili elettrici scoperti,
che se li tocchi salti per aria
come una stella filante
e ti dà la nausea
ridiventare il solito fesso.
giuseppe d'ambrosio angelillo

da "Ognuno corre dietro alla sua pazzia", poesie, Acquaviva
maggio 2004.

on www.books.google.com


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