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martedì 14 ottobre 2014


IN CIMA AL LUNA PARK DI MILANO

cantando Milano
ancora io risalgo al luna park delle vostre buffonaggini,
specialmente quando mancate certi la vostra parola
per ritocchi fantasiosi ai vostri beceri tornaconti,
piagnucolando come mocciosi
come dietro al vostro stesso funerale.
di campane da suonare per difendere la vostra libertà
dagli attacchi dell'impero di barbarossa
ve ne intendete così poco
che preferite di molto che partano soldati
solo i poeti e i vari pazzi dell'estrema periferia,
tanto quelli anche se corrono pericoli
non sono in tantissimi a piangerli,
e così il cammino e pure la corsa resta in salita
e gli onerosi falò a bruciare gli ideali
son proprio buoni per arrostire gli agnelli
nelle vostre cucine
dove a ogni giorno
si prepara con dovizie di particolari
un succulento pranzo di pasqua,
con squisita carne di Cristo
appena appena arrivata dalla migliore cattedrale fallita
 in città.
ma io come sempre preferisco le giostrine dei bambini
per nascondermi
e divertirmi più tardi con i miei più sciocchi modellini
di filosofi,
che ci volete fare?
sono un'ombra in giro per la città
con i fantasmi dei miei libri per atroce compagnia,
mi son morti da tempo tutti gli amici,
i prodi miei maestri,
vado ramingo buttando i miei strambi giornalacci pornografici
ai quattro angoli della vostra spazzatura inevasa,
che dire?
vi piace spogliare la gente,
e anch'io come i peggiori
me ne vado nudo come un verme.
di stare in toppa alla collina degli ultimi avvenimenti
non m'importa proprio.
e poi quasi mi scappa di mano la mia penna di piombo.
sono un arlecchino senza padroni
che gli piace la ruota panoramica,
laggiù nell'estrema periferia della città,
e di là calare ogni tanto in piazza del Duomo
a fare malinconico il mio stonatissimo chicchiricchì!
proprio come un gallaccio clandestino.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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