cosa ci sarebbe da ridire se un giovane sceglie la poesia? nulla, tanto se ne fregano un pò tutti.
il cuore è sempre l'ultima ruota del carro, prima vengono sempre le bistecche, le melanzane, i dolcetti, il caffè persino. per non parlare del taccuino della carriera e il portafoglio. la rogna del sentimento, se è possibile, se la vogliono scansare un pò tutti. c'è sempre prima la birra, la serata al pub e la gita in montagna. per sfuggire con tutto se stessi alla poesia molti preferiscono affondare nella palude quotidiana dei fatti così importanti che fra due o tre giorni non si ricorderà più nessuno. io son venuto su con la passione e non credo per questo di essere meglio o peggio di qualsiasi altro, secondo la regola generale dovrei essere uno dei peggiori, ma me ne frego, son me stesso e vado avanti sempre a piedi, con il tram numero 2, dicono a milano. chi mi apprezza e chi mi disprezza, non c'è scampo a questo destino, credo un pò per tutti gli uomini, qualsiasi cosa facciano o dicano, e allora? se a qualcuno piacciono i miei libri se li prende, se a qualcuno non gli piacciono, niente di male, prima o poi passerà qualche altro che se li prenderà al suo posto. perchè arrabbiarsi per così poco? io non ci vedo proprio il motivo. molti di noi si guardano in faccia per una volta soltanto e poi non si ritrovano mai più, c'è chi ci lascia più ricchi e c'è chi ci lascia più poveri, perchè menarsela su qualcosa su cui noi non abbiamo assolutamente potere? solo su una persona abbiamo veramente potere: su noi stessi, e allora se siamo chiamati dalla poesia (la famosa vocazione) spetta solo a noi rispondergli, che c'entrano gli altri? io per conto mio mi sento abbastanza a disagio quando qualcuno mi dice che ho scritto una bella poesia (ebbene sì capita pure a me) e resto anche abbastanza freddo e indifferente quando qualcuno dice che ho scritto una schifezza, è una sfera, il giudizio degli altri, in cui non ho competenza nè influenza (nessuno di noi ce l'ha per davvero, nemmeno il più famoso critico immaginabile). io semplicemente scrivo perchè mi vengono in mente (e nel cuore) delle cose da scrivere e poi le metto in giro ben sapendo che qualcuno cercherà di travolgerle con la sua motoretta di risentito (da cosa, come potrò mai saperlo?) e qualcuno se le porterà a casa come un dono prezioso (per quale motivo, non lo saprò mai lo stesso). forse è proprio questa la grande magia della poesia: la possibilità concreta di mettere in comune la nostra esistenza, bella o brutta che sia. ma i risultati non saranno mai accertati o tantomeno certi, questo per me per ovvi motivi. per il resto io credo seriamente che il poeta, e più in generale l'artista, sia come una specie di monaco zen assolutamente solitario nello sterminato mondo degli uomini. ogni poeta per seguire la sua vocazione si ritira in una specie di eremo individuale che è la solitudine, per scendere ogni tanto in città a chiedere in elemosina la sua misera ciotola di riso a coloro che nella loro sensibilità sanno e capiscono che lui è estremamente necessario a tutta la comunità. perchè? perchè perseguendo in solitudine le leggi del suo cuore mostra ancora a tutti la sua briciola di verità, altrimenti, per tutto il resto delle ragioni per cui gli uomini si arrabattono quotidianamente, sarebbe destinata per necessità di cose a sparire letteralmente dalla città. certo per il poeta c'è un destino di incuria, di povertà, di abbandono ma io non ho mai sentito in giro che qualcuno di loro avesse mai desiderato di scambiare la sua vita di grande libertà e creazione anche se di immenso sacrificio per quella di qualsiasi altro...e con questo non so se ho risposto alla tua lettera o ho risposto a me stesso ma comunque qualcosa ho scritto.
tanti cari saluti
giuseppe d'ambrosio angelillo
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www.libriacquaviva.org
1 commento:
Caro Giuseppe, non mi ero accorto della tua risposta "via blog", ho pensato che quella email non la ricevesti mai! Adesso cerco il mio nome su Google e scopro che la risposta esiste...eccome!
Beh sai i ripenso ad Alda a quando diceva "Il poeta è un unicorno" (http://www.youtube.com/watch?v=yf-TQaezOtY)... e il paradiso forse, quello che raccontiamo, nel bene o nel male, non è nient'altro che la gioia del nostro vivere... quel paradiso lo insultiamo, lo bestemmiamo... però quando prendo la penna e non ho nulla da scrivere... beh allora il mio animo piange perchè è come se San Pietro mi impedisca di accedere alla pace...
Ciao Giuseppe, e scusa se non mi ero accorto di questa tua risposta! Buone feste e buona poesia! A presto
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