Ci sono confini, molti confini.
La memoria che più ricorre
di questi imperi di bronzo sotto la neve
a dominare fantasie, vite, popoli interi.
La dura religione della stazione
a cui in troppi ci vogliono mandare a dormire
perchè l'associazione è un rudere
che molto difficilmente riusciremo a restaurare,
di questi tempi di una sola volta
di tessuti strappati e poca fertilità.
La mente ha una spada mangiata dalle termiti
e l'alloro è buono con il pollo cotto al forno,
si rivisita la paura
in una notte isterica passata al computer,
ritorna il trionfo della Francia
con calze di seta e vini pesanti,
mentre la febbre dell'oblio
ci riduce a circoli di ombre
con le ricette del risveglio
da comminare al bronzo minore
dei nostri cuori addormentati.
Ancora si sopporta l'impero
se insopportabile diventa la nostra miseria.
Se persino il glorioso alloro di Grecia
non lo rispetta più nessuno
perchè ha fin troppi debiti la nostra ignoranza.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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