VOLONTARIO
CON 100 BOTTIGLIE DI BIRRA
Stavo con Maurizio Vasco nella sua soffitta
di piazza Pinto a Gioia. doveva partire per la Marina da Guerra come volontario,
e a soli 15 anni. E se ne stava là a ordinare le sue 100 bottiglie di birra da
portare a bordo con la sacca per tutti i suoi amici. Le bottiglie di birra
erano tutte di marche diverse tra loro, un autentico armamentario.
“Ma perché molli il liceo?” gli dico.
“I miei genitori non mi pagano più gli
studi”, disse lui.
“Ma se non si paga niente per andare al
liceo”, dissi io.
“Lo dici tu. Per mangiare si mangia a ogni
giorno o no?” disse lui con astio.
“Beh, in effetti hai ragione”.
“Così vado fuori dalle balle e tolgo pure il
disturbo, per non dire dei professori. Nessuno di loro mi vuole bene”.
Me ne rimasi zitto, aveva ragione. Nessuno
dei professori stravedeva per lui, che credo sia stato il primo in assoluto che
mi abbia parlato di Che Guevara.
Io avevo 14 anni e pensai con angoscia che
Vasco d’ora in poi sarebbe stato l’unico responsabile della sua stessa vita. i
suoi genitori erano separati e penso che il padre se ne era addirittura sparito.
Marina.
“Beh! Girerai il mondo”, dissi io.
Lui ebbe un sorriso amaro e poi mi disse:
“Ma vattene all’inferno, stronzo”.
Lo guardai: aveva la faccia di un peone
sudamericano, ma con gli occhi azzurri.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "KAFKA" storielle minime, Acquaviva 2014
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