venerdì 17 luglio 2015
SOLARIUM
il mattino
che ti porta l'annunzio della folla,
il tuo corpo dalla doppia vita,
la tua anima che recita a memoria il mantra confuso
dell'amore,
il fruscio dei sospiri che si immergono come palombari
nelle feconde profondità dei sogni.
la polvere della città che avvampa di calore.
fammi sapere più tardi
cosa t'è sfuggito dalle mani,
come mai per il diluvio di povertà
hai passato anni
a chiedere perdono di una colpa
di cui non ho mai saputo nulla.
dimmi almeno da dove devo cominciare.
l'angelo stamattina è venuto
con il suo solito coraggio
a portarmi il bene del giorno,
la colazione del destino
che invece sempre si scorda di me,
o si ricorda non so,
e mi salta sulla schiena come un pagliaccio
per farsi alla grande quattro risate
sul solito uomo così ridicolo,
così idiota.
giuseppe d'ambrosio angelillo
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