C'è un deserto intorno a me
ma dai computer fioriscono
palme di mille colori,
le strade sono tutte gialle per il grano rubato,
l'utopia s'è dileguata
e gli zombi si sono tutti dati alla bottiglia bella,
raccontando a chi capita le loro disgrazie
da quattro soldi.
La nebbia assedia compatta Milano oggi
e gli ordini dei padroni
fanno un bel gelo bollente
cancellando con un gesto le pretese
di tutto il resto della compagnia,
ma gli attori sono di pasta buona
e continuano a scherzare
e a fare follie di tutte le qualità
specialmente di quelle assurde,
ma si vive, e questo lo dice anche la radio
senza fermarsi mai.
Io mi sono asserragliato nel mio bunker
fatto di vecchie poesie e di tempi passati
molto meglio di questi qui,
ma l'arte è quella che è
ed è questa la sfortuna di questa città.
Un deserto non si cambia in eden
anche se hai una fantasia fuori dal normale,
i fiorai chiudono
e anche le antiche osterie
non se la passano tanto bene,
i padroni girano sui loro carriarmati
e non si fermano più ai semafori rossi
mettendo sotto gatti e bambini,
come scusa dicono sempre che non li vedono.
Ma intanto quelli sono morti lo stesso.
E' ghiaccio dappertutto in questi tempi da lupi
e i poveri sudano per i pochi soldi
che gli rimangono.
Io oggi ho pagato l'affitto
per il mio bunker di libri di vecchie poesie
ma il mondo è rimasto lo stesso
un deserto,
anche se la mia fantasia fuori dal normale
l'ha dipinto come al solito
con migliaia di palme di mille colori fasulli.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
http://www.libriacquaviva.org/
http://www.books.google.com/
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