Si va a velocità forsennata
su grossi ascensori
da altezze vertiginose
a abissi insopportabili,
e viveversa
e viceversa del viceversa.
E l'amaro prezzo da pagare
a una depressione in altalena
che ci dice in un minuto
che la vita è un miracolo
e che forse sarrebbe meglio andarcene via
in tutta fretta.
L'ascensore sale e scende
in un millesimo di secondo,
una sillaba ti solleva in cielo
una vocale ti scaraventa all'inferno.
Il condominio è una scacchiera
dove davanti a noi ci contende il campo
un sosia impazzito
perennemente preso tra due fuochi.
Moneta in alto:
testa o croce,
o sei stupido o sei pazzo,
o l'uno o l'altro
o forse tutt'e due insieme.
Il percorso è in un assoluto verticale:
o su o giù,
o il deserto o un campo in fiore.
E ricordando ricordando
arriva finalmente la notte,
libertà
destino
mistero.
Il confine è tra la bocca di un peccatore
e la mela del demonio.
La speranza è solo nel seme
e nel futuro.
Noi intanto siamo intrappolati
in un sordido ascensore
che va su e giù come impazzito
e che non sa nemmeno che sopra
ci siamo noi...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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