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giovedì 13 ottobre 2016

LA MUSICA DELLA LIBERTA' poesia di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo

LA MUSICA DELLA LIBERTA'

ti vorrei raccontare, amico mio,
di certe sedie fredde 
sistemate proprio nei 4 venti della piazza,
di quel gran teatro universale che è la mia città,
di certe commediole minute tenute su da simpatici dementi,
ma io son qui che racconto molte volte un silenzio d'oro
dove trova pace a volte la mia inquietudine,
è proprio quando capisco sul serio
che io sono il servo e il padrone di me stesso,
è uno strano gergo il mio
per nascondere la vera libertà,
che a molti dà fastidio
e a altri ancora risulta così vecchia.     
ma una pagnotta è una grande poesia
se si ha fame,
una intera dottrina non vale proprio nulla
se non si ha qualcosa da cavare di tasca,
è forse la vendetta della carne sullo spirito,
che si crede sempre chissà che.
ma le battute di tutti i discorsi di piazza
io li ascolto
e vi confesso che il brogliaccio è di poco conto,
la veduta dell'amore di poche carezze,
l'etica dell'esistere quasi del tutto perduta.
sarà per questo che son contento della sorte mia,
qui al freddo,
circondato di poveri artisti come me,
sulle sedie fredde,
ad aspettare pazienti anime calde come noi,
che con un sorriso si prendono una poesia alla buona,
una idea di bene,
un concetto di verità...
e tu tornando a casa ti ricordi ridendo
che sei un uomo libero
e che lavorando da solo nel tuo stesso teatro
di pazzo assoluto
riesci comunque a vivere con la sola musica
del tuo caparbio voler essere te stesso.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

                               

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