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sabato 26 novembre 2011

LE TELEFONATE DI ALDA di gd angelillo

Telefonava sempre Alda.
A tutte le ore, sia di giorno che di notte.
A me non ha mai dato fastidio questo,
a differenza di tanti altri,
significava che ti pensava
e che voleva condividere con te 
tutte le cose della sua giornata,
sia tristi che ridicole,
e tutto questo per lei era amicizia.
Alda era davvero una vera grande amica,
e si vedeva da come riusciva 
a riempirti la giornata di buonumore, 
di pensieri profondi,
di altissima grande possente poesia.
Mi manca ora quel telefono a squillare.
Quante chiacchierate, quanti racconti,
quante risate.
Oggi che era l'anniversario della sua morte
ho fatto una cosa pazza:
ho preso il telefono
e le ho telefonato.
Per vedere se davvero la morte è così potente.
Una voce mi ha risposto e mi ha detto:
"Questo numero non è più attivo,
per maggiori informazioni ritentare più tardi".
Mi son messo a ridere
a pensare a quel che avrebbe detto Alda
a sentire questo astruso messaggio.
Avrebbe detto:
"Ha messo la segreteria telefonica,
 il tanghero,
perchè non vuole essere disturbato.
Sta dormendo il sognatore
e non vuole che gli si disturbi la fantasia".
E mica avrebbe messo il telefono giù
ma avrebbe fatto subito il numero 
di un altro amico
per raccontare quanto sia stupida
questa maledetta invenzione
della segreteria telefonica.
Ma io invece ho messo giù il telefono
e non ho telefonato più a nessuno.
Non perchè non abbia amici
ma perchè era proprio lei
che ci teneva tutti uniti,
come in un mazzo tutti quanti.
Da quando è andata via
ci siamo tutti dispersi:
ognuno per conto suo.
A pensare forse ognuno per conto suo
che era proprio l'amicizia
la più grande poesia di Alda Merini.
E ora che non c'è più
siamo rimasti tutti 
con una grande miseria in mano.
Almeno noi che abbiamo tutti il telefono
che squilla ormai così raramente.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Milano,  1 novembre 2011

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