Natale,
furie di bambini,
cartoni animati,
quaderni di scuola colorati.
Fiumane di gente dovunque
per comprare e ricomprare
sempre le stesse cose:
quell'antico candore,
l'azzurro del nostro più profondo pensiero,
la cassa dei giocattoli
che mai abbiamo perduto,
i tardi turbamenti di tutto quel che non capivamo
e che forse non abbiamo mai capito.
Bambini sempre,
e i sorrisi puri
e le trombette a suonare
e quegli strani film
che arrivavano pure
nei nostri sperduti paesi di contadini.
E le ovattate sere di freddo
che facevano correre tutti
verso le piazze di tutti gli orologi,
in allegria.
Si volava anche di notte
con tutte le luci accese
e la farina per i dolci
e i soldatini di piombo.
Natale ha il respiro lungo
e le curve a salire di qualsiasi montagna
per affilare le forze
e ridere di contentezza in vetta.
Le luminarie timide
ci fanno tutti nobili a Natale,
e ci danno un pò l'aria dei grandi eroi.
Nel presepe siamo tutti pecorelle,
per i negozi dei gran ricconi.
Natale ci fa generosi:
uno sguardo per tutti
e le mani aperte,
a insistere ancora più avanti
ci sarebbe davvero un mondo migliore.
Ma accontentiamoci,
la magia almeno è vera
e domani saremo ancora bambini
perchè Natale non ce lo fa mai scordare.
La nostra più bella esistenza
che chissà perchè poi a volte
ce la vogliamo a tutti i costi abbandonare.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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