SULLA GRANDE FORTUNA DEI NOSTRI TEMPI
il lavoro più sporco che si possa fare
è cercare di fare fortuna con la fatica degli altri.
ti santifichi da solo la banda,
ti fai d'intenzione uguale agli altri,
smarchi il furbissimo che è in te
e ti lanci a esplorare il cuore stesso della terra.
puoi pure imparare a memoria
tutti gli alberghi di lusso del mondo,
i binari privilegiati della razza eletta,
i bar più rinomati della cricca esclusiva dei banchieri.
la gente quando piove corre tutta a casa,
accende la tv
e poi va a farsi una cagata.
dei destini del mondo non gli frega mai granchè a nessuno,
la gente guarda sempre quando nasce un figlio a un re,
o un nipote a una regina,
non si scandalizza mai nessuno
se per caso cade e scoppia una bombola del gas
alla periferia di Dublino o di Liverpool o di Agrigento.
tutti vogliono fare i soldi senza faticare nulla,
sia gli uomini
che le donne,
sia i professori
che i matti.
anche i morti ci tentano,
e molti ci riescono pure.
finalmente la grande fortuna si sporge al tuo sportello,
bianca e illuminata e irresistibile,
tu hai fatto davvero tutto quel che era possibile
per mettere sotto gli altri,
e quelli come tordi ci sono cascati.
il più è fatto.
i ricconi piacciono a tutti.
ormai sei partito
e nessuno più può fermarti...
vedi da solo che nessuno più si oppone a te.
stai attento solo ai mistici o ai tuoi figli.
i primi se ne fregano di te e di tutte le tue ricchezze,
i secondi sono figli tuoi
e possono fotterti alle spalle
se davvero decidono di farlo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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