sabato 30 maggio 2015
TUTTI CHE MANCANO LA PAROLA
tutti che mancano la parola,
uno dopo l'altro.
un'intera città di bidoni petroliferi,
benzina altamente infiammabile
per cuori spassionati abbonati
a tutti i tipi di fallimenti, e perdizioni allegate appresso.
che ci posso fare io
se tutto quello che so almanaccare
è di starmene al bar
con gli occhi fuori dalle orbite
a pronosticarmi vincite secche alla lotteria
del buon cuore altrui che puntualmente
vanno a farsi fottere?
con la bontà del prossimo, amico,
ti paghi a stento un caffè.
per il resto se punti sul cavallo perdente
che tu stesso sei
non è che vai poi così tanto lontano.
io vivo giorno per giorno,
anzi minuto per minuto.
poi mando un bacio alla madonna
e mi rimetto sulla mia strada.
dove vada lo so benissimo,
a una guerra che combatterò con onore
e finirò per perdere con disonore.
anche il mio barista non si fida eccessivamente di me
e mi chiede sempre di pagare in anticipo,
anche la bustina dello zucchero
che di solito è addirittura gratis.
ma voi pensate caso mai io vinca alla lotteria
del pensateci un po' voi
un terno secco sulla ruota della poesia,
io me ne torno a casa
e mi faccio accompagnare di nuovo all'asilo
da mia nonna,
che pace all'anima sua benedetta è pure morta,
ora che ci penso
anche a me che ci sono ancora
mi fa male un po' la testa.
e in fin dei conti non so manco più per chi votare,
se uno dopo l'altro,
non c'è proprio da sbagliarsi,
mancano tutti la parola, il discorso e la telefonata.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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