regala Libri Acquaviva

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martedì 12 maggio 2015



VOCATIVI CON UN MATTO IN VOLO

ma chi se ne frega delle vostre regole. andate a ramengo voi e i vostri trilletti di finta primavera, di agognata catastrofe di periferia (tanto voi abitate tutti senza distinzione in centro e mal che vada entro la cerchia dei navigli). mi sono inzuppato abbastanza dei tomi impolveratissimi della filosofia medioevale, di manuali stracciati sia dai topi che dalle tarme, ma ho scelto la vita e non me ne pento. fate quel che volete, scrivete pure per voi stessi i vostri scialbi elenchi della spesa. inarrivabili e incomprensibili, proprio come voi stessi. che mi frega. il piatto che non mi avete portato ieri sera non portatemelo pure stasera. faccio da me, me la cucino da me stesso lo mio malo piatto di poesia milanese. la mia portata di scialba disperazione. faccio un libro dopo l'altro, è vero, ma come dice il mio caro vecchio dario: "che male vi fo?".
son magro come un pagliaccio di una radio fallita da un pò di tempo. come uno chassid ebreo di una antica polonia sparita.  come un balordo umorista di provincia germanica fuori mano. bevo vino in un misero bicchieruccio, che mi son  già imbriaco per conto mio. ma sulle nuvole, misters, come penso veloce e molto articolato. se cado cado al centro della piazza vostra riverita. io e i miei libri, che tanto apprezzate e  mai comprate. ma per vivere vivo, e d'avanzo pure. bevo inchiostro come un mostro marino e diventa forte il cuore mio. discuto al mercato con una mosca e mi batte a briscola con 2 centesimi di elemosina.
ascolto chi vince di sera con 4 cartoni taroccati, chi grida con lingua di rospo, chi sgrana gli occhi davanti alla sua stessa pizzeria di gran cazzate. amici, se devo dir la verità, a quel punto mi lavo i denti e vado a letto. sognare a conto mio mi dà mille volte più soddisfazione che ascoltare per la millesima volta le astruse minchionerie del montato di turno, tornito e pieno come un re della papuasia.
acqua, acqua, acquaviva delle mie brame. vado a piedi, massimo in tram, abbonamento scontato di poeta dal sindaco di milano in persona. mi salvo con la poesia, con il mio fortissimo Chagall, il minestrone di sera scaldato per la terza volta. Bukowski, forno rotto, finestra incollata, com'è allegra la vita dei disperati. dipingo di nuovo il mio gallo rosso del mio matto futuro, apro la finestra sulla mia zucca con 9 fiori in sboccio, rallegro il cortile con la mia faccia di idiota avvinazzato, penso a mia madre e la benedico mille volte prima di sera, accendo ancora il suo vecchio camino nei miei assurdi sogni scalcinati, poi mi rimetto in corriera e vado a fare il cane pazzo là tra le nuvole, sulle pagine folli del mio nuovo romanzo. milan blus bann. son sempre un bambino, lasciatemi fare il capitano là sulla torre del castello di itaca, là sempre a fare il più astuto di tutti come ulisse. vita, vita, vita. tanto la bastonata quotidiana, anzi due, me le son già beccate sulle corna. fatemi divertire ora che voglio far l'artista con i miei inferni e i miei vocativi. e vola vola vola, e vola lu cardillo, 3 baci appassionati e uno a pizzichillo. eccola qui, la mia terra promessa, la mia speranza, la mia utopia. ho pagato il mio salato biglietto, mi spetta, son qui e me la voglio godere. aglio, corna e bicorna, scalogna che non quaglia. precipito ma la mia candela è ancora accesa. mi dura finché finisco la pagina del romanzo. ciao, amis, se incontrate un mio libro non fatevelo scappare, sarà tutto matto anca lu da non credersi...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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