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giovedì 10 luglio 2014

AUTOINTERVISTA CON ARPA IMMAGINARIA, CON GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


AUTOINTERVISTA CON ARPA IMMAGINARIA,
CON GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO


Sei nato?

Non lo so. Penso di sì. Anche se sono molto pochi coloro che se ne sono accorti.

Dove sei nato?

In un pianeta di questa galassia. Ma deve ancora essere scoperto dagli scienziati, che a tutto pensano tranne alla sedia dove hanno poggiato il culo.

Sei qualcuno?

Non credo. Mi immagino tutto. E allora se tutto è solo immaginato può essere che io non sia nessuno. Forse sono un gatto nero, perché tutti si divertono a darmi addosso ma io vivo di notte e non mi faccio vedere molto, così me ne sto più tranquillo. Credo di vivere in Italia ma è una grossa metafora anche quella. Ma un giorno ho scoperto me stesso e così mi sono messo a scrivere romanzi. Non so chi li legge ma i lettori, come i romanzieri, sono delle persone molto solitarie. Non c'è da meravigliarsene molto.

Come te la sei passata nella schifa infanzia?

Facevo il figlio del contadino a raccogliere olive e mangiare uva. Prendevo in giro i tacchini, dicevo loro: "Tacchino, tacchino, fai il signore?" E quelli facevano la ruota dicendo: "GLU! GLU! GLU!". Pochi sanno che i tacchini sono come i pavoni, se li complimenti abbastanza alzano tutte le penne del culo e fanno la ruota. I pavoni naturalmente sono mille volte più belli, ma manco i tacchini scherzano, sono molto buoni al forno a Natale. Poi mi piaceva perdermi nella mia Acquaviva medioevale. Me ne andavo nella città vecchia e era come un labirinto e mi perdevo dentro. Per questo sono venuto a Milano che è invece una città futurista. Nel futuro l'infanzia finisce di colpo.

Che mangi?

Seguo il consiglio di Pitagora. Lui dice: "Mangia fave che diventi filosofo". Così io. Mangio fave, fagioli, ceci, lenticchie. Non so se sono diventato filosofo ma mi piace vivere in questi paraggi.

Ti piacciono i panini del McDonald's?

No, ma avevo una bellissima amica che andava pazza per questi benedetti panini americani, così ne ho mangiati parecchi pure io. Il vero nome dei panini del McDonald's è : "panini bum-bum", li fanno in California, ci ho lavorato io una volta in uno di quei panifici industriali lì. Fanno miliardi e miliardi di panini per tutto il mondo. Credo che quella fabbrica l'abbia inventata Topolino, o Paperino non so.

Scrivi romanzi, ma chi te lo fa fare?

E' sempre meglio fare qualcosa, anche cazzate, che nulla. E' il mio tentativo di pazzo di dare un senso al mondo, anche se so benissimo che questo senso non esiste. Ma il mondo è bello lo stesso, non si offende mica lui se il senso non ce l'ha. Così scrivo. Mi dico: "altrimenti che faccio?" Mi piacerebbe fare il contadino, ma l'esperienza mi ha insegnato che si fa il contadino gratis, almeno al Sud, così faccio il romanziere, che è anche questo un mestiere che si fa gratis. La gente non lo immagina neanche, ma tutta l'arte del mondo è gratis. Non si paga mica. Anche la vita è gratis ma questo è un altro discorso. I mercanti davanti al Tempio dicono invece che bisogna pagare e gli uomini come pecoroni pagano. Contenti loro contenti anche i pecoroni, e anche i mercanti, è ovvio. 
"Qui si lavora, non si parla di politica", diceva sempre il mio amico Auti a Brera. 

Quando scrivi?

Al mattino appena apro gli occhi scrivo i miei sogni. Alla sera quando dovrei andare a dormire mi metto a raccontare cose capitatemi anni prima, i ricordi sono una specie di sogni. Per lo più sono belli. Almeno per me. La gioventù è sempre bella, qualsiasi siano le cazzate che uno ha fatto.

Leggi libri?

Un mio amico poeta s'è sempre vantato di non aver mai letto un libro per non farsi influenzare nella sua scrittura. Una perfetta capra ignorante. Tirchio e pure ladro. Non di versi, di soldi. Io nella mia vita avrò letto migliaia e migliaia di libri. Ora non leggo più. Son saturo. Mi piace rileggere quello che ho già letto, quello sì. Ma non tutto, qualche pagina qui e là. Pochi sanno che i libri ti comunicano il loro sapere anche se sono chiusi. In loro c'è sempre come una specie di forza metafisica.

Cosa viene prima per te la materia o lo spirito?

La materia è spirito e lo spirito materia. "Noi non la vediamo ma anche una pietra ha la sua anima", diceva Giordano Bruno. Anche Dio ha il suo corpo ed è l'Universo. Ma non tutti arrivano a Spinoza, preferiscono fermarsi a Rogoredo, cioè una religiosità qualsiasi.

Quindi non sei religioso?

La religione è sempre legata alla comunità che la esprime. E' la sua idea più alta. Ma la comunità più alta è l'umanità, anzi tutti gli esseri viventi messi insieme, anzi tutto l'esistente. Tutto il Cosmo. E' un' utopia illogica. Ma per me è la più grande religiosità concepibile.

Preghi?

La preghiera è un'apertura verso la speranza. Tutti gli uomini sperano. Anch'io, ovviamente.

Vedi la televisione?

Sì, i cartoni animati dei miei bambini. Se non voglio pensare a nulla guardo la pubblicità. La pubblicità ti astrae da tutto e da tutti e come in una specie di miracolo ti trovi davanti il nulla. Allora spegni la televisione e conti di accenderla di nuovo solo il secolo prossimo. E finalmente ti riprendi te stesso.

Un pensiero sull'umanità.

E' in atto una massificazione allucinante delle coscienze, ma l'arte è insopprimibile nell'uomo, come l'amore. Ci continuiamo ancora a salvare per la follia degli artisti, quella degli innamorati, e per il profondo stupore per questo mondo che hanno i bambini e i filosofi.

Che musica ascolti?

Rock. E' la fantasia, la libertà, e anche la grande energia che ha ogni gioventù.

Che strumenti suoni?

La poesia della mia anima. La mia arpa immaginaria.

Quante lingue conosci?

Solo una. L'italiano, e anche molto male. Ma è la mia lingua, e ci abito dentro con tutta la mia storia, le mie aspirazioni, tutto ciò che sento profondamente, con tutte le mie lacrime, con tutti i miei sorrisi, e con tutte le mie risate.

(a cura di Camilla Brancalupo)

pubblicato su "POST OFFICE", agosto 1999

i libri di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo on www.books.google.com

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