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sabato 12 luglio 2014

L'UOMO CHE NON CONTAVA NULLA



L'UOMO CHE NON CONTAVA NULLA

era un uomo che non contava nulla. ogni giorno usciva a conoscere centinaia di persone e poi si metteva a scrivere 20 poesie. era una coscienza umana appostata sulla riva del grande oceano dei fatti del mondo. con la sua immane forza di volontà si buttò nella corrente e se ne andò al centro di tutti gli avvenimenti. per sè naturalmente, gli altri intanto si misero a guardare. il destino non è vero che lo decide solo il mondo, l'uomo per conto suo può allungare il collo e dire la sua nel pandemonio delle macchine in città. l'uomo che non contava nulla si mise al suo tavolo di cucina, tutto pieno di barattoli di fagioli vuoti, bottiglie di vino seminzate, mozziconi di sigarette da tre soldi, e scrisse la sua storia, il mondo se ne accorse e allora gli garantì un salario congruo. non era tutto, ma era qualcosa. lui così diventò un acuto occhio che pensava pure. il suo volere ebbe il suo minuto di gloria, il suo grammo di eternità. ma come ci era riuscito? lui così gramo e pure ubriacone? il cuore in fondo è  quello che conta, e lui vince per il semplice motivo che è sempre lui il più forte, il resto è misera polvere.
    i grandi uomini continuarono a ignorarlo, questo è logico, ancora adesso lo fanno, che lui davvero è un gigante di statura internazionale, ma quando la politica decide qualcosa non c'è notizia che possa farci qualcosa. le cronache si susseguono, i tram continuano ad andare, i treni vanno sempre avanti e indietro da tutte le stazioni dei continenti, gli assassini ammazzano, i ladri rubano, i preti pregano, i poeti scrivono versi, più o meno belli. il mondo va, insomma. le sigarette si fumano, le birre si bevono, gli ubriaconi si abbracciano ai fanali quando proprio non ce la fanno più. 
    le donne sono belle, non tutte. gli avvenimenti avvengono e poi si dimenticano, come d'uopo. i fiumi vanno sempre al mare, i soldi vanno sempre ai più ricchi.
    ma è incredibile come quell'uomo sia riuscito a sorridere e a dire la sua tra tutte queste urla di manicomio e questi assalti continui al buon senso comune, con tutte queste galassie che ci vorticano intorno lasciandoci tutti perennemente senza fiato e quasi senza forze.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

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