mercoledì 9 luglio 2014
UN ELEGANTE CAPPOTTO TEDESCO AL BRASILE
(Una semifinale da rivedere 7 + 1 volte).
7 a 1 e cappotto, chinotto e controfagotto. Il grande Brasile s'è scoperto d'un tratto squadra di periferia di una città qualunque del mondo. Da battere facilmente anche in 5 contro 5. L'ordine del Brasile è una costellazione che nessuno conosce, manco loro stessi. E si vede. Amano di più il disordine e andare in piazza a comprare il pesce per qualche bella signorina. Il Dio Pallone s'è sentito male ed è andato in farmacia pure lui a prendersi un'aspirina. Il disordine è per destino la condizione del povero. Del resto poi se non c'è l'allegria tanto vale andare al ristorante a vedere i tedeschi farsi un'abbuffata di alici fritte e calamari bolliti.
Il Brasile semplicemente ieri notte non ha dormito e non ha mangiato nemmeno un panino, hanno fatto casino e trincato birra a tutto camino.
I poveri d'altronde hanno i problemi loro e il loro progresso è tutto lì: a rovesciarsi il caffè addosso se la partita comincia male e continua peggio.
"Ma è il Brasile quello lì?", mi ha chiesto mio figlio.
"Sì, ma sembra che stanotte abbiano fatto baldoria e ora abbiano voglia solo di dormire", ho detto io.
"Papà, credo che tu abbia proprio ragione", ha risposto lui.
Rideranno per secoli i Tedeschi per questo 7 a 1. E con loro credo pure gli argentini, i cileni, i messicani, i colombiani, gli italiani. Gli esquimesi. Pure i giapponesi e i cinesi, credo. Insomma tutti.
La palla è tonda e 5 stelle, e manco 10, faranno mai il firmamento.
Lowe ha fatto un buon vino del Reno quest'anno. Uno dei migliori di sempre, credo. I Brasiliani si sono ubriacati di brutto. Ce ne metteranno che ce ne metteranno per smaltire una sbronza così micidiale.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "LA PALLA E' TONDA" racconti, Acquaviva 2014
on www.books.google.com
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