QUEST'ARTE DI VIVERE CHIAMATA ITALIA
Un fascio di bollette appese sull'Italia,
le famiglie alloggiate sotto il vulcano,
il pullman carico di bagagli viaggia verso Guadalupe,
per pregare la Madonna.
Dalle vene scema l'energia,
gli occhi si annebbiano sui reperti archeologici.
Un mucchio di repubbliche fallite sotto lo stivale,
forza e coraggio:
mille volte meglio che il camion a cassone
di cento imperi a carta macero.
Paesani! La birra da due soldi è a disposizione!
Alla salute della nostra follia collettiva!
Finché c'è la salute
e tutti questi tetti a spiovente di nostrana allegria!
Uova, pan grattato e formaggio grana,
polpette per domenica
e novelle pepate per la nostalgia.
La nave va e Fellini per fortuna pure,
che bisogno c'è di grattarsi così tanto la testa?
Pensieri bui, intendimenti tetri, pidocchi?
Alè! Con queste nostre teste sempre in fermento
possiamo rimettere in moto un altro Rinascimento,
o scrivere da capo l'Orlando Furioso
di un centravanti d'attacco che ci faccia vincere di nuovo
il Mondiale.
Follia, Russia, Poesia,
Libertà, America, Schizofrenia,
Germania, Anima, Superfilosofia.
L'Italia se ne sta qua in mezzo e sorride.
Tanto la Gioconda ce l'hanno già rubata,
a che serve allora a tramagliare
con tutta questa frenesia?
La vita è un pupazzo lieto con mille occhi verdi
tutti intorno alla faccia dell'effimero,
che pur vale sempre qualcosa
davanti al niente a fuoco nelle nostre teste.
Evviva! Alè! Orsù!
Tre gelati alle bambine!
Quest'arte di vivere chiamata Italia!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
on www.books.google.com
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