MATTINO MILANESE


Rasmina che vende i suoi sguardi al miglior offerente.
che apre la sua finestra al mattino
per lucrare una contemplazione
di un sogno che fu e altre cose
che manco si sa cosa siano,
con i topi per strada a raspare attorno al tombino,
tra i mobili buttati via da una giovane coppia
in fuga verso la Sicilia,
e i gattoni che cercano le ultime schegge d'amore
prima che arrivino quei rompicoglioni degli spazzini,
e il verde sull'albero
che prova a scrivere qualcosa con i passerotti indaffarati
le ragazze che tornano dopo la raccolta notturna
dei pesci mollicci, dei polpi impigriti
lungo le linee dei tram che mai arrivano,
una metropoli intera piena di facce sospirose,
uno zoo di anime perdute,
un albereto sterminato di sogni squagliati
a queste prime fioche luci del mattino,
una Milano intera di occhi stanchi
di guardare sempre le stesse cose,
sia che sia mattina sia che sia sera,
e Rasmina, l'imperatrice del marciapiede
verso il Lindl,
si guarda le scarpe sporche,
fa un mezzo sorrisino
e tende l'orecchio alla saracinesca del prestinaio
all'angolo che sta aprendo bottega.
ma sì, un cappuccino e una pasta alla crema
può ancora permetterseli
dopo una nottata intera
a lavorare tra tutta questa città di occhi sperduti.
GDA

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