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mercoledì 30 luglio 2014

FELLINI IN TRIBUNALE





FELLINI IN TRIBUNALE

   Me ne andavo con la macchina 600 Fiat di mio padre e incontravo Peppino Amatulli e lo salutavo.
   “Ciao Peppino!”
   E poi incontravo Tonino Coniglietto.
   “Ciao Tonino!”
   Mi piaceva come farmi vedere dai miei amici che andavo in auto. E poi la vecchia 600 Fiat di mio padre.
   Sono arrivato a casa e casa non c’era più, c’era invece un grosso palazzo ed era il Tribunale, con una grossa scalinata.
   Io allora ho posteggiato la macchina e sono salito su per la scalinata del Tribunale.
   C’era un uomo mezzo nudo che diceva:
   “La colpa c’era e pure il delitto c’era ma l’accusa non c’era, così io ora sono di nuovo un uomo libero pur essendo un perfetto criminale. Una cosa lava l’altra, una cosa equivale all’altra”, diceva.
   E il delinquente se la svignava.
   Poi c’era Fellini con una grossa tunica, era molto grasso e vecchio.
   “La mia colpa è che sono ingrassato, non ho nulla a mia discolpa perché tutti i miei amici italiani mi hanno abbandonato. Io così sono il più colpevole di tutti", diceva.

   E a lui lo prendevano e lo portavano in Tribunale perché lo dovevano processare per la sua atroce colpa.

GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "FELLINI", Acquaviva 2014

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