venerdì 4 luglio 2014
BRASILE - ACQUAVIVA (Una finale sognata del Mondiale 2014)
BRASILE - ACQUAVIVA
(Una finale sognata del Mondiale 2014)
Siamo al campionato del mondo di calcio in Brasile. E la finale è Brasile - Acquaviva. Non l'Italia, l'Italia è stata eliminata dai pescatori del Costa Rica e dagli assaggiatori di carne umana dell'Uruguay. No, è proprio l'Acquaviva. La squadra di calcio del mio paese di buzzurri. Minchia!
Ho coltivato lettere e piantato libri in tutti i campi della mia campagna e allora m'è venuta questa fantasia ai confini esatti delle Mille e una Notte.
Spero che non sospettiate che io sia un contadino di pensamenti piùcchè sballati o allucinogeni, io allevo solo i tacchini di qualche mia fantasmagoria speciale. Amare la vita ti dà una chiarezza che non hanno molti, solo che qualche volta confondi le uova con le promesse di matrimonio.
Inopportunamente forse m'ha fatto visita questa confusione. Dopotutto chi può negare che la stessa realtà, così precisa e definita, non sia essa stessa molto confusa.
Squadre allineate in campo.
L'Acquaviva in maglia rosso blu, i colori della rivoluzione francese, il Brasile nella solita gabbana giallo-oro, i colori dell'allegria dei poveri.
Vinca il migliore, cioè l'Acquaviva.
E' difficile essere romanzieri e non sproloquiare. Si parla a proposito e a sproposito, e l'importante è sempre e comunque sognare.
Vinca il migliore, cioè l'Acquaviva. L'ho già detto ma mi piace questa formula magica.
L'Acquaviva è un piccolo paese di contadini del Sud Italia, terra di vino nero, olio d'oliva tosto, cipolle rosse, ceci neri e libri vivi. Il Brasile è un continente americano grosso come un pianeta, terra di cacao, caffè, romanzi acuti come piramidi e soprattutto allegria, sia di mare che di montagna.
Mi conviene appoggiarmi a qualche stipite se no svengo, comunque la televisione è accesa e io non la spengo mica.
Una mia carta parlante dice:
"Ma che minchia! Ma sei diventato matto? Come fa il Brasile a giocare con l'Acquaviva? In una finale di un mondiale poi! Ma fatti curare! Fatti ricoverare, citrullo!"
"Rispetto per la letteratura futurista e la sua incontrollabile fantasia, minchione! A te e all'anonimo cretino che t'ha scritto", dico io e per darmi un tono mi bevo una birra Peroni etichetta rossa, quella dei triviali e zamarri alla buona come me, mica quella buona, beveraggio tipico dei radical-chic, miei acerrimi nemici.
Tutti che pensano che la fantasia sia una follia, e non sospettano minimamente che è invece un grande atto di libertà. Ah, dimenticavo, c'è pure gente che passa tutta la sua vita senza avere mai fame di libertà, figuriamoci dei sogni felici.
Dicevo: squadra dell'Acquaviva: Tabacco, portiere, Giom-Giom, terzino sinistro, 'Ngul, terzino destro, Matita, stopper, 'Bvim, libero, Muble-Muble, mediano, Mucangiò, mediano di spinta, Emoh?, mediano d'incontro, Agguann, ala sinistra, Cipoddaross, ala destra, Maccarone, centravanti. Riserva unica: Abboccatore. Allenatore: u Maskarone.
Brasile: Nècarnenèpesce, detto Neymar, uomo squadra, giocatore unico multiruolo, come un caccia a reazione. Nessuna riserva perchè non ce n'è bisogno. Allenatore: Scolari, non si sa però di quale scuola, si sa solo che non s'è mai diplomato.
Fischio d'inizio e tutti a correre come matti dietro al pallone, dietro a che se no? Le belle ragazze stanno tutte in tribuna per adesso, poi non si sa.
Neymar ha tutto il Brasile sulle sue spalle e segna a raffica, con un tiro fa 4 gol di fila.
Stadio del Machebaccalà tutto in visibilio.
Maccarone intanto prima coglie una traversa e poi con un tiro a mitraglia fa pure lui 4 gol in un colpo solo.
4 a 4 e palla al centro.
Al Bar del Polacco tutti gli acquavitani a vedere la televisione urlano al cielo la loro gioia.
E' difficile stabilire come è finita la partita perchè mi son svegliato e il sogno s'è dissolto.
Però, minchia, l'Acquaviva era là con il Brasile che si stava giocando la finale del campionato del mondo di calcio.
Ma con l'anima davvero in sospeso mi ricordo che Scolari sudava freddo e che Maccarone avanzava sicuro col pallone con il suo tiro a mitraglia a bandolero.
Neymar era in porta che si stava ossigenando verde-oro tutti i capelli.
Tutto lo stadio del Machebaccalà e tutti i paesani nel Bar del Polacco, ma proprio tutti erano con il fiato fermo in gola.
Minchia, uagliò, che finale!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "LA PALLA E' TONDA" racconti, Acquaviva 2014
www.books.google.com
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