regala Libri Acquaviva

regala Libri Acquaviva
CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

mercoledì 30 luglio 2014

UNA TINCA PER PASSAPORTO (Gita domenicale con Federico Fellini)


UNA TINCA PER PASSAPORTO
(Gita domenicale con Federico Fellini)

   Stavamo in un ospedale di Riccione e con me era ricoverato Federico Fellini e altri amici. Stavamo lì a parlare del più e del meno. Io dicevo a Fellini di bere l’acqua Rocchetta così gli abbassava la pressione e lo faceva urinare senza prendere farmaci.
   “È un’acqua che viene dall’Umbria”, gli faccio io.
   “Allora è salutare davvero”, fa lui.
   Stavamo in due letti vicini.
   A un tratto lui ha un’idea:
   “Ehi, amici, oggi è domenica perché non ce ne andiamo in gita a Rimini?”
   Non si potrebbe assolutamente, pena la sospensione stessa delle nostre cure. Ma ci facciamo prendere tutti dall’euforia e dalla voglia di gozzoviglia e ce ne scappiamo tutti dall’ospedale e anzi scappa con noi pure un’infermiera, anche parecchio carina.
   Ci mettiamo i vestiti e ce ne usciamo come se fossimo dei semplici visitatori. Andiamo alla stazione, prendiamo il treno e in un attimo siamo a Rimini.
   Scendiamo dal treno e nei cortili della stazione c’è una grande quercia, quasi tra i binari.
   “Sotto quella quercia andavo sempre a giocare da bambino”, dice Federico.
   Io penso: “D’ora in poi quando vedrò quella quercia penserò sempre a Federico Fellini”.
   Poi ce ne andiamo verso il mare, vicino al porto canale, lì c’è una stanza tutta coperta da pergolati, sembra dipinta da Leonardo, ma invece è vera.
   Là ci mettiamo a pescare e poi anche a cucinare i pesci che prendiamo. Ci mettiamo a chiacchierare e raccontarci storie, ci divertiamo moltissimo. Vengono anche alcune ragazze e ci sono pure delle storie d’amore molto platoniche. Prendiamo tantissimi pesci. Ma passa il tempo e dobbiamo tornare indietro, perché è già lunedì mattina.
   Prendiamo il treno, scendiamo e andiamo all’ospedale di Riccione. Lì però ora c’è una barriera dove per passare bisogna esibire i documenti. Allora Federico ci dà tre pesci a testa e ci dice di esibire quelli come documenti e di lasciarglieli come dono ai guardiani.
   “Una tinca come passaporto non è per niente male”, dice Federico e si mette a ridere.
   Andiamo alla barriera ed esibiamo i pesci, i custodi ridono, prendono i pesci e ci fanno passare senza tante storie.
   “Avete visto, amici?” ci dice Federico. “Se davvero fossero pesci i passaporti come sarebbe più allegro questo mondo!”
   Entriamo dentro e tutti ci guardano con aria di rimprovero. All’infermiera più di tutti. Minacciano di punirla. Ma è quasi mezzogiorno e andiamo in mensa.
   Le inservienti ci dicono:
   “Ieri abbiamo mangiato lasagne, voi invece siete andati a divertirvi, non oserete prenderle oggi le lasagne vogliamo sperare”.
   “Abbiamo pesci per voi”, dice Federico e dà loro una busta piena di tinche.

   “Arrosto o alla brace sono buonissime”, dice poi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "FELLINI", Acquaviva 2014


Nessun commento: