L’EPOCA
DEL NARCISISMO
Stavo in una stanza d’albergo e stavo
raccattando le mie cose per andar via, quando vengono due signorine dall’aria
molto professionale e mi dicono:
“Se puoi aspettare un po’ prima di andare,
avremmo delle domande da farti”.
“E io delle risposte da darvi”, dico io e
sorrido.
Vanno via.
Io continuo a raccattare le mie cose, la mia
sveglia, i miei quaderni, le mie penne, i miei foglietti con gli schizzi.
Poi le due signorine tornano e mi chiedono
delle mie opere filosofiche io rispondo:
“Certamente quella più forte è il mio
“Dostoevskij” ci ho messo 4 anni per scriverla, ed è un libro in 9 volumi in
5000 pagine, la più grande ricerca mai fatta sul grande maestro russo.
Importante per capirne il pensiero soprattutto”.
Ma vedo che le due non ascoltano affatto le
mie risposte, ma si mettono a parlare delle loro esperienze di scuola, dei loro
progetti, delle loro idee.
Mi fanno delle domande ma trascurano del
tutto tutto quello che io dico, sono tutte concentrate su loro stesse e sulle
loro aspettative.
“È proprio l’epoca del narcisismo”, dico io.
Ma quelle non mi ascoltano neanche.
La mia sveglia chissà perché si mette a
suonare, e contemporaneamente si mette a suonare il mio telefonino, è la mia
fidanzata che è un bel pezzo che è giù ad aspettarmi.
Ma io non rispondo.
Quelle due continuano a farmi domande e a
non ascoltarmi.
“Ma siete due giornaliste o due studiose?”
chiedo allora io.
“Due giornaliste”, dicono loro.
“Ah”, dico io, “anche se foste state due
studiose sarebbe stato lo stesso”.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
da "KAFKA" storielle minime, Acquaviva 2014
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