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mercoledì 30 luglio 2014

POESIA






POESIA

   C’era un gruppo di amici che voleva andare a far visita ad Alda, fra cui Chiara la Cremasca, la battitrice di testi.
   Io non ne avevo voglia ma poi ho acconsentito a malincuore.
   Così li ho portati a casa di Alda. Ma lì, proprio all’entrata c’era una specie di sua amica portinaia che ci ha bloccati tutti.
   “Non si può andare, Alda sta poco bene”, ha detto e così ci ha bloccati tutti.
   Allora io ho detto:
   “Entro solo per salutarla”, e così mi ha fatto passare.
   Sono entrato dentro e Alda appena mi ha visto è stata contenta.
   “Entra, entra, Giuseppe. Vieni qui, siediti davanti a me”.
   C’era un tavolo quadrato molto grande e là mi ha fatto sedere.
   Poi ha preso una miriade di scatole di farmaci piccoli e grandi ed è andata a buttarle in un cassetto di una madia lì accanto.
   “Questi li mettiamo qui”, ha detto, “e non dite niente a nessuno sennò mi sgridano”, e poi si è messa a ridere di gusto.
   Poi ha preso un suo libro di poesie e ha cominciato a recitare delle poesie.
   “La poesia è il miglior farmaco per l’anima dell’uomo”, ha detto e poi si è messa a ridere di gusto un’altra volta.
   “E voi potete facilmente arguire allora che io sono la persona più sana d’Italia”, ha detto e si è messa di nuovo a ridere.
   E noi con lei.
   Poi un’infermiera ha bussato e lei l’ha fatta entrare.
   “Prego signora s’accomodi pure, ma non mi vada a denunciare alla polizia la prego che questa non è carboneria ma solo una misera riunione di poveri poeti”.
   L’infermiera ci ha guardato tutti con una faccia esterrefatta, e poi se n’è uscita ma senza dire niente.
   “Come vi dicevo prima la gente guarda i poeti quasi fossero degli unicorni, cioè degli esseri che semplicemente non esistono poiché sono troppo chimerici, favolosi”.

   E lì si è messa di nuovo a ridere.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "KAFKA" storielle minime, Acquaviva 2014

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